«Il Friuli non crede al miracolo per Concetta Bertoli beata»

Padre Aurelio Blasotti, vicepostulatore della causa, annuncia le sue dimissioni «Mi sono battuto a lungo, ci credo ancora, ma questo per me è l’ultimo anno»



In attesa che sia riconosciuto un miracolo della venerabile Concetta Bertoli, padre Aurelio Blasotti annuncia le sue dimissioni da vicepostulatore della causa di beatificazione.

«Per me la causa non è sentita in Friuli, mi convinco sempre di più di questo, non ci sono idee, non ci sono pellegrinaggi, non c’è fede. Solo con la forza della fede si ottiene il miracolo. Quanti in Friuli conoscono Concetta Bertoli? Quanti la invocano?. Questo è l’ultimo anno che mi dedico a una causa per cui mi sono battuto per anni e nella quale credo ancora».

Traspare chiara l’amarezza nelle parole del frate impegnato tra l’altro, giorni fa, nella veglia vocazionale con animazione a cura dei seminaristi di Castellerio per le celebrazioni per ricordare Concetta Bertoli, che culmineranno lunedì, giorno che segna i 63 anni dalla sua morte.

«Lascio con due desideri non esauditi – afferma ancora padre Blasotti –: innanzitutto pensavo di arrivare alla sua beatificazione. Manca il tocco di evidenza per poter decretare “il miracolo”. A questo, si aggiunge il rammarico che la casa dove è nata Concetta Bertoli non sia ancora aperta come luogo pubblico di culto».

Uno dei “miracoli” oggetto di un lungo e complicato iter al quale si devono aggiungere pareri univoci per il suo riconoscimento, sarebbe avvenuto nel gennaio 2011. Un adolescente friulano di allora, affetto da “meningo-encefalite di natura non determinata” sarebbe guarito «inspiegabilmente», come detto dal suo pediatra, dalla malattia che l’aveva colpito. Il giovane ora sta bene e non porta alcun segno di “lesione ponto-mesencefalica”.

«Il recupero della salute è dovuto sì alle terapie, ma è stato probabilmente aiutato anche da un invocato intervento straordinario di Concetta Bertoli. È vero – dice padre Blasotti – che ci sono state guarigioni da questa patologia, ma rimane pur sempre un segno di conseguenza che in questo giovane non c’è alcuna traccia di malattia e la guarigione è coincisa con la stessa ora e giorno in cui è stata supplicata l’intercessione della venerabile di Mereto».

L’iter processuale affinché un episodio sia riconosciuto miracoloso è piuttosto lungo e consiste, in primis, nel superamento del processo diocesano, della consulta medica in Vaticano, in cui il consenso unanime è necessario, del passaggio dalla commissione medica a quella teologica, all’esame del prefetto della congregazione dei santi. Al termine di tutto questo, il Papa decreta.

«Ancora non è stata scartata l’ipotesi del “miracolo” – precisa padre Blasotti –, stiamo cercando medici neutrali che si esprimano senza alcun condizionamento».

Non sarebbe comunque solo questo il “miracolo” attribuito alla fede di Concetta Bertoli, ma molte altre grazie. Le virtù eroiche della venerabile sono state riconosciute da san Giovanni Paolo II. Nel 2001 il Papa stesso l’ha nominata “venerabile”. A 16 anni è stata colpita da una malattia degenerativa. A 22 paralizzata completamete, cieca, senza poter mai aprire la bocca è rimasta immobilizzata a letto per 26 anni. È diventata terziaria francescana nel 1940. È morta l’11 marzo 1956. —



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