Il fotoreporter Cavicchi: «L’estradizione? Si andrà per le lunghe»

Anche lui è stato protagonista della disavventura dei cronisti, tra i quali Domenico Pecile, a Cuba, sulle tracce dell’assassino della coppia di Lignano. É il fotografo Stefano Cavicchi, in forza al Corriere della Sera. Ieri Cavicchi si trovava per lavoro a Mestre per l'apertura della scuola di politica della Lega Nord, che sabato ha visto la partecipazione del nuovo segretario nazionale del Carroccio, Roberto Maroni. Cavicchi, avvicinato dal collega Paolo Zeriali di Videoregione Veneto, ha voluto parlare della sua esperienza a Cuba, in quell'isola dove lui e i giornalisti volevano scovare e intervistare Tyson Reiver Rico, di cui è atteso il rimpatrio in Italia.
Quando potrà tornare nel nostro paese e spiegare finalmente la sua versione dei fatti sulla triste vicenda dell’omicidio di via Annia? Cavicchi ha provato a dare una risposta, che fosse il più possibile ottimista. Ma secondo il fotografo professionista nessuno deve farsi illusione su un rientro imminente di Reiver da Cuba. «Guardi - ha raccontato Cavicchi – io non penso proprio che quel ragazzo possa rientrare presto in Italia, ma non perchè manchi un accordo a livello nternazionale. Cuba è un paese strano, e lo abbiamo sperimentato un po' sulla nostra pelle. Credo che su quel fronte si andrà per le lunghe».
Fa discutere molto in Italia il fatto, di per sé non abituale per noi in questo periodo storico, che a Cuba non si sappia nulla delle condizioni dell'ex presidente Rivoluzione, Fidel Castro. «Proprio questo dimostra come Cuba sia un paese strano, talmente diverso dal nostro da non poter prevedere temi certi per l'estradizione di una persona accusata di duplice omicidio. Che Fidel muoia o sopravviva non si può sapere né immaginare quali saranno i tempi per l'estradizione di Reiver in Italia». (r.p.)
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