Il fotografo friulano che va a caccia dell’aurora boreale

Gabriele Menis, di Treppo Grande, si è spinto fino al Circolo polare: «Vivo emozioni uniche». I suoi straordinari scatti conquistano il web

TREPPO GRANDE. «É stata davvero un’emozione unica. Posso dire di aver assistito ad uno spettacolo straordinario. Non avevo mai visto nulla di comparabile. Le luci dell’aurora boreale hanno interamente riempito il cielo notturno. Posso dire che è valsa la pena affrontare questo viaggio, compresi gli spostamenti in motoslitta e le temperature ben al di sotto dello zero».

Così Gabriele Menis, fotoreporter trentunenne di Treppo Grande, ha provato a descriverci ieri – via telefono – le sue emozioni dalla lontana Lapponia, poco prima di imbarcarsi per il volo di rientro verso l’Italia dopo aver vissuto un’avventura indimenticabile.

Il fotografo friulano si è ormai guadagnato sul campo la qualifica di “cacciatore di aurore boreali”. Con il suo obiettivo è in grado di immortalare le magiche “Luci del Nord” nella loro massima potenza e non a caso i suoi scatti stanno facendo in questi giorni il giro del mondo grazie ai social network. Gabriele si è spinto a 300 chilometri a nord del Circolo polare artico, cercando le zone incontaminate dove non esiste inquinamento luminoso e dove è dunque possibile ammirare lo spettacolo della volta celeste in tutto il suo splendore. Per il fotografo di Treppo Grande si è trattato della quarta missione in Lapponia, dopo la spedizione del 2014 con Fabio De Stefano, appassionato come lui di meteo e natura, sempre a caccia dei mistici “fuochi delle volpi”: gli antichi pensavano infatti che l’aurora fosse provocata dal contatto della coda delle volpi con il cielo. Viaggi nei quali è possibile anche scoprire la vita e le tradizioni degli abitanti locali, i Sami.

«Dopo il tour di gennaio nella Valle del Tornio, al confine tra la Lapponia svedese e finlandese, dove le “Luci del Nord” si erano mostrate nel suggestivo scenario innevato illuminato dalla luna piena – racconta Menis – questa volta ho raggiunta la zona di Inari, 300 chilometri a nord del Circolo polare artico dove ho potuto vedere i riverberi di un’attività solare molto forte, ovvero “flare” 4, come si dice in termine tecnico per esprimere la potenza del fenomeno. Ho potuto così vedere aurore boreali straordinarie, come mai accaduto nelle mie precedenti spedizioni in Scandinavia».

«Questa notte ho assistito, e non sto esagerando, allo spettacolo più incredibile della mia vita – ha postato Gabriele sul suo profilo Facebook durante una delle notti trascorse con cavalletto e macchina fotografica nella foresta lappone nei pressi del lago Inari – l’aurora boreale ha improvvisamente avvolto tutto, e sottolineo tutto, il cielo, a 360 gradi, illuminando in maniera veramente forte il paesaggio circostante, come farebbe la luna piena, ma con il colore verde. Il cielo, completamente terso, appariva totalmente offuscato e si vedevano solo poche stelle, quelle più brillanti. Ben visibili a occhio nudo anche i colori viola e rosso delle luci artiche, cosa rarissima e che solitamente solo le fotocamere percepiscono».

Menis ha condiviso queste straordinarie emozioni sui suoi profili Facebook e Twitter (oltre che sul suo sito www.fotomenis.it) e le immagini sono rimbalzate sui social network raggiungendo in poche ore diverse migliaia di utenti appassionati in Italia e nel mondo, comprese numerose community internazionali dedicate alle “Luci del Nord”. A fine marzo Gabriele sarà impegnato in una nuova spedizione, sempre nella Valle del Tornio.

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