Il Fisco inguaia il baracchino dei panini

Al Centro studi di Pordenone ragazzi e professori lo vorrebbero tenere, ma i costi sono alti. Invece c’è chi fa il furbo

PORDENONE. Due metri quadri costano come l’oro zecchino: 400 euro di tasse a semestre. La Tasi-Tares spenna anche i paninari nel Centro studi a Pordenone. Nino, l’esercente storico che ha aperto il box a spese sue da 10 anni, non commenta. Il popolo dei banchi e delle cattedre di tre istituti, invece, teme di perderlo. Per 600 studenti i panini sono freschi di giornata e anche qualche “colletto bianco” del liceo ne approfitta.

«La cabina dei panini è proprietà privata – aveva spiegato Nino nel 2013 –. Ho chiesto nel 2000 una struttura più stabile: è stata terminata nel 2012, vicino alla torretta del cortile. Verrà fatto un bando per l’assegnazione del servizio agli studenti, entro l’estate. Ma non è detto che io concorra per ottenere l’appalto».

Il riatto ha creato il nuovo sportello. Il futuro gestore – entro il 2014 – avrà costi a carico: il canone di concessione è determinato dall’incrocio di variabili, per un forfait di 90 euro al metro quadro. Più le tasse statali e il contributo che, di solito, si assegna alle scuole.

Di solito, appunto: ci sono gestori infedeli dei distributori automatici nelle scuole che fregano la Provincia di Pordenone e gli istituti e non pagano. Danno e beffa: i rincari per snack e caffè sono infatti a carico degli studenti.

«Ci risulta inadempiente, per esempio, un gestore che ha vinto l’appalto in alcune superiori provinciali – hanno segnalato alcuni studenti –. Questo imprenditore delle merendine non paga nemmeno la Provincia di Pordenone, che ha diritto a una tassa in base ai metri quadri e al consumo di energia elettrica».

Un “furbetto” dei panini e della pausa caffè. «Non rinnoveremo il contratto – hanno detto i rappresentanti dei genitori nei consigli di istituto –. Ha preso in giro le scuole, che non vedono un euro mentre lui fa affari d’oro». Anche la Provincia ci rimette, sui canoni inevasi.

Ogni macchinetta ha un ticket di 500 euro e per i bar (per esempio nell’Itis Kennedy, liceo Grigoletti e Itc Mattiussi) si sale a 90 euro al metro quadro. Il tariffario vale negli edifici di proprietà dell’ente intermedio, in 15 superiori.

«La commisurazione del canone viene collegata ai seguenti criteri – spiega l’atto –: consumi di energia elettrica e di acqua, metri quadrati effettivamente occupati dai bar o dai venditori ambulanti. Altri enti limitrofi applicano un canone annuo per distributore quantificato fra un minimo di 450 euro e un massimo di 1.300 euro e a una tariffa per i bar di 120 euro a metro quadro».

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