Il fallimento del Mercatone Uno I dipendenti lo sanno da Facebook

Domani sciopero e assemblea con i lavoratori di Cornadella. Burelli (Filcams Cgil): «Chiediamo chiarezza sul futuro»



I dipendenti l’hanno saputo con il tam tam su Facebook. Il Mercatone Uno è fallito e i gli addetti hanno trovato i negozi chiusi, ieri mattina, a Monfalcone, Sacile e negli altri 53 negozi in tutta Italia. Circa 1.800 persone hanno perso il lavoro. A Reana del Rojale, in provincia di Udine, il negozio, chiuso da tre anni, i lavoratori sono in cassa integrazione. Il punto vendita avrebbe dovuto riaprire nella primavera del 2020.

i lavoratori

«Abbiamo scoperto con il passaparola sui social il fallimento della Shernon deciso dal Tribunale di Milano – è la protesta dei lavoratori, che si sono subito rivolti ai sindacati Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uil-Tucs –. Ci siamo trovati con i negozi chiusi a Sacile e Monfalcone».

I sindacati

«Il fallimento della Shernon deciso 48 ore fa dal Tribunale di Milano è stato un colpo basso per tutti al Mercatone di Sacile – dice Massimiliano Burelli della Filcams-Cgil di Sacile –. Domani sciopero e assemblea con una trentina di lavoratori a Pordenone».

La doccia fredda sull’occupazione di una trentina di lavoratori nel punto vendita a Cornadella e scenari incerti sul futuro. «Con il fallimento della Shernon che aveva acquistato i punti vendita del Mercatone si complica il futuro occupazionale in città – continua Burelli –. Ora i problemi si moltiplicano: era stato chiesto da Shernon il concordato preventivo e l’ipotesi di un’altra amministrazione straordinaria è tutta in salita». Il rischio è quello del licenziamento in massa nello storico marchio che a Sacile attira clienti da Belluno e Conegliano. «Contatti continui con i lavoratori a Sacile – ancora Burelli –. Si sono trovati davanti e senza preavviso da parte della proprietà, il centro commerciale chiuso». La chiusura è l’effetto della sentenza del tribunale fallimentare di Milano: la Shernon in agosto 2018 ha rilevato i punti vendita dello storico marchio e annunciato un piano di rilancio con ricavi a sei zeri nel 2022. La seconda crisi è arrivata nel 2019: Shernon ha presentato richiesta di concordato preventivo in continuità, garantendo comunque i presidi occupazionali fino a maggio, per studiare con il ministero dello Sviluppo economico un piano di salvataggio per l’azienda. Secondi i sindacati, «la notizia del fallimento è stata un fulmine a ciel sereno. La società non ha comunicato nulla a noi e nemmeno ai lavoratori. Nessuna lettera di licenziamento è stata recapitata a Sacile, né nelle altre realtà del gruppo».

il fuuro.

«Il ministero aveva assicurato che 1.800 dipendenti nei 55 punti vendita passati alla Shernon saranno riassorbiti dall’amministrazione straordinaria – ricordano i sindacalisti –. Ma non sappiamo quello che succederà in concreto». L’incertezza sull’occupazione si era misurata anche nello sciopero di aprile proclamato, quando il 50% dei dipendenti aveva incrociato le braccia, chiedendo garanzie sul futuro del Gruppo. —



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