“Il drago” del Deganutti insegue la libertà I ragazzi del Percoto si “autogestiscono”

“Il drago” di Eugenij Schwarz e il “Povero Piero” di Achille Campanile sono i due testi scelti rispettivamente dai giovani dell’I.t.c. “Deganutti” e dagli studenti del liceo linguistico-psicopedagogic...

“Il drago” di Eugenij Schwarz e il “Povero Piero” di Achille Campanile sono i due testi scelti rispettivamente dai giovani dell’I.t.c. “Deganutti” e dagli studenti del liceo linguistico-psicopedagogico-sociale “Percoto” che sabato sera hanno “occupato” il palcoscenico del Palamostre, casa-madre del palio teatrale studentesco edizione numero 44. Apertura con il gruppo “Le talpe bioniche”, 13 attori coordinati da Arianna Zani. “Il drago”, fiaba filosofica senza tempo ambientata in un luogo imprecisato ma che potrebbe essere il paese di tutti, è una grande metafora del mondo, del potere, della paura e della mostruosità che squarcia le anime degli uomini. Perché quando un uomo per ignavia o per paura delega il suo destino ad altri o quando una collettività delega il governo a un unico potere, le forze del male finiscono col vincere sul bene e nessuno potrà chiedere giustizia, che poi non è che la libertà. E la libertà da se stessi e per se stessi si può ottenere solo consapevolmente, con la volontà, prima personale poi comune. Un messaggio forte che arriva da un gruppo ben preparato e molto attento al ritmo. Qualche eccesso nell’energia impiegata nel dare le battute ai compagni. La voce e i gesti, sempre “a mille” appiattiscono le parti più emozionanti. Ottimo l’uso dello spazio e della scena e applausi meritati in finale.

Poi sul palcoscenico si è esibito il gruppo del Percoto “Gli strudel da passeggio”. Ventotto i ragazzi in scena che si sono autogestiti sotto la guida di Sara Paola Antonini e Sofia Zanco, le quali, oltre a supervisionare le prove, hanno tenuto l’attività di laboratorio. Tuttavia i ragazzi hanno contribuito in prima persona alla messa in scena dello spettacolo, modellato dalle idee e dagli utili consigli emersi durante le prove, rendendo così superflua la figura di un unico coordinatore. A parte alcuni tagli che avrebbero alleggerito la durata complessiva dello spettacolo, il lavoro è da considerarsi positivo. La commedia di Campanile con le vicende dei personaggi che si dipanano attorno alla morte del “Povero Piero”, dando vita a una serie di equivoci, è stata resa in modo fluido e non sono mancati i momenti di divertimento. Le disposizioni di Piero, che prevede che l’annuncio della propria morte avvenga solamente a esequie avvenute e che inseriscono il testo tra le commedie del teatro dell’assurdo, mostrano anche le ipocrisie di fronte alla morte. Domani terz’ultimo spettacolo in programma. Un solo istituto in scena dalle 20. Protagonista il gruppo “Git”, coordinati da Federico Pastore, dell’I.s.i.s. riuniti - capofila I.s.i.s. “F. Solari” di Tolmezzo, impegnati con il “Processo per l’ombra dell’asino” di Friedrich Dürrenmatt.

(f.d.)

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