Il dolore dei genitori: un ragazzo generoso

Il dolore è inconsolabile a casa di Giovanni Laurino, un ragazzo pieno di vita, appassionato di moto enduro e di culturismo. L’abitazione si trova nel rione Beata Maria Vergine a Portogruaro, in via Villanova, strada che collega la Triestina alla località a ridosso di Fossalta di Portogruaro. E’ una villetta con giardino, frutto del lavoro e dei sacrifici della famiglia. E’ qui che Giovanni aveva costruito il suo mondo. Lo piangono il padre Gian Paolo e la madre Patrizia Fornasier, conosciuti in provincia di Venezia. Gian Paolo lavora all’ufficio protocollo del Comune di Portogruaro, Patrizia è impiegata alle Poste di Mestre. La morte del giovane addolora anche un fratello maggiore, Martino, che abita a Verona. «Lui e Giovanni andavano molto d’accordo e si volevano bene», ha ricordato la mamma, Patrizia Fornasier, che ha pronunciato queste parole con la morte nel cuore. Inizialmente non voleva parlare con nessuno, comprensibilmente sconvolta. Poi si è fatta forza, sostenuta anche da parenti e amici che nel frattempo erano giunti nella sua abitazione.
In casa ieri mattina c’era anche la fidanzata del 19enne, Martina Altoè, sacilese, l’ultima persona ad aver visto vivo Giovanni. Il dolore è palpabile. Non ci si riesce a dare una spiegazione, né sulla fuoriuscita di strada di Giovanni, né sul drammatico seguito. Sulla dinamica tuttavia i parenti preferiscono non commentare.
«Mio figlio era una grande persona, e non lo dico perché era lui – riprende la madre –. Generoso. Non doveva finire così. Era il mio unico figlio. Non si può». Centellinando le parole, Gian Paolo Laurino abbozza un ritratto del figlio mancato. Lui, il padre, era stato subito avvertito dell’incidente dalla Polstrada di Pordenone e si era recato sul posto, per vedere cosa fosse accaduto in quel tratto maledetto di A28. «Sì, ero andato a vedere il luogo dell’incidente, e poi mi sono recato al cimitero di Portogruaro dove hanno composto la salma. Era un ragazzo normale, mio figlio, con le sue passioni: la fidanzata, la moto enduro e la palestra. Ieri sera tornava da Sacile, era stato con la sua ragazza. Gli piaceva praticare il culturismo, che per un certo periodo aveva accantonato. Quindi aveva allestito una palestra personale in camera». Dentro la stanza di Giovanni, piena di libri e attrezzi ginnici, ora c’è un vuoto che non si può descrivere e tantomeno colmare.(r.p.)
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