Il diserbante per il Prosecco fa litigare il mondo dei viticoltori

Coldiretti Pordenone: no ai divieti. Pavan: ci sono alternative. Confagricoltura: stop demonizzazioni
This Sept. 21, 2016 photo shows a cluster of glera grapes growing in Italy's prosecco country. Glera is the white grape that traditionally goes into the popular bubbly. (Michelle Locke via AP)
This Sept. 21, 2016 photo shows a cluster of glera grapes growing in Italy's prosecco country. Glera is the white grape that traditionally goes into the popular bubbly. (Michelle Locke via AP)

UDINE. Tutela ambientale, biodiversità, vigneti sostenibili, Prosecco, qualità delle uve. E una dichiarazione un po’ “disinvolta”, che ha sollevato un vespaio e linee telefoniche incandescenti tra Pordenone, Udine e Roma.

Casus belli il glifosato, il diserbante che già in passato è stato oggetto di contestazioni in Veneto, dove il presidente Zaia lo ha praticamente bandito.

L’altro giorno il leader di Coldiretti Pordenone Matteo Zolin aveva annunciato, papale papale, che «l’uso del glifosato non ha alternative praticabili, soprattutto per gli alti costi» e che quindi «continuerà a essere usato per eliminare le erbacce infestanti dai vigneti, in particolare in quelli di Prosecco».

La dichiarazione di Zolin non è passata inosservata ai piani alti di Coldiretti nazionale a Roma, tanto che è stato avviato un giro di telefonate per “correggere” le parole dell’esponente pordenonese.

E alla fine ne è uscito un comunicato, con le dichiarazioni del presidente regionale di Coldiretti Michele Pavan, che anticipa l’addio al tanto criticato disseccante: «Il futuro delle vigne del Prosecco è privo di glifosato».

Ma non è finita qui, perchè Confagricoltura, invece, prende le difese dei colleghi pordenonesi di Coldiretti e ammonisce: «No agli allarmismi, la comunità scientifica internazionale non demonizza il glifosato».

La linea ufficiale di Coldiretti, comunque, è chiara. «Siamo impegnati a garantire un futuro senza glifosato nelle vigne del Prosecco come ci chiedono i cittadini e il mercato per difendere il successo di una eccellenza che ha conquistato la leadership nei consumi a livello internazionale - scrive Michele Pavan nel sottolineare il lavoro in corso per raggiungere questo obiettivo d’intesa con l’assessore regionale Stefano Zannier - . Con la Regione, nell’ambito della nuova programmazione del Piano di sviluppo rurale, stiamo condividendo una serie di misure che sostengano le imprese agricole in un percorso verso la sostenibilità.

Non si possono nascondere le difficoltà, ma bisogna creare le condizioni per dare risposte economiche nel rispetto dell’ambiente alle aziende agricole e venire incontro alle esigenze del territorio nell’interesse dell’intera popolazione.

Proprio per garantire questi obiettivi, la Coldiretti Friuli Venezia Giulia ha avviato con l’Università di Udine una collaborazione per definire percorsi di sostenibilità ambientale che, nel contempo, diano anche risposta alla sostenibilità economica e sociale. In provincia di Udine comunque il glifosato lo stiamo già abbandonando, non è molto usato.

Ci sono attrezzature meccaniche che sostituiscono il diserbante in fatto di efficacia e molti sono già i vignaioli che vanno verso produzioni totalmente biologiche».

Quello del Prosecco, in regione, è un vero e proprio patrimonio da tutelare, fatto di 1.162 aziende produttrici, per circa 5.000 occupati (più di aziende come Fincantieri o Danieli), su una superficie di 4.528 ettari per una produzione di 900 mila quintali di uva e di 675 mila ettolitri di vino.

Ma lo scambio di vedute non è rimasto dentro i confini di Coldiretti. Perchè Confagricoltura ha voluto dire la sua, avallando l’utilizzo del diserbante.

«L’Epa Usa ha concluso che non vi sono motivi di preoccupazione quanto a rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni - afferma il presidente di Confagricoltura Fvg Philip Thurn Valsassina - . È proprio questo il verdetto emesso dall’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti, a proposito del glifosato, l’erbicida utilizzato da numerose imprese agricole e al centro, da anni, di diatribe mediatiche e giudiziarie.

Già nell’agosto del 2019 l’Epa aveva sottolineato come, procurare allarme sul potenziale cancerogeno dei prodotti contenenti questa sostanza attiva, sarebbe stato “in contraddizione con la valutazione scientifica dell’Agenzia” e sarebbe stata quindi “una dichiarazione falsa e fuorviante”.

La valutazione dell’Epa statunitense conferma quanto sostenuto da tempo, sulla base della scienza e non del pregiudizio, dalla nostra organizzazione: riteniamo importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché si rischierebbe di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale perché il glifosato è utilizzato particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, apportando benefici come la diminuzione di emissioni di anidride carbonica». —


 

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