Il design di Gino Valle per la fabbrica Zanussi

PORDENONE. Nel centenario del gruppo Zanussi, la fabbrica entra al centro del percorso culturale che celebra l’azienda simbolo di Pordenone. E lo fa attraverso chi ha dato una forma agli stabilimenti dove è nata e cresciuta la fortuna della città: Gino Valle.
L’architetto udinese entra nel 1956 come consulente di disegno industriale per la Zanussi. Lavorando nell’era del boom economico in cui si creavano nuovi bisogni per il nascente ceto medio italiano, il design doveva unire lo stile degli oggetti alla sua modularità, indispensabile per la produzione industriale in serie.
Il rapporto con gli edifici Zanussi comincia alla fine degli anni 50, con l’incarico di realizzare gli uffici di rappresentanza sulla Pontebbana.
Come ha raccontato il figlio di Valle, Pietro, nell’ultimo incontro a margine della mostra “Elettrodomesticità”, i disegni degli uffici cambiano due configurazioni prima di prendere quella definitiva.
La struttura è lineare ma trasparente e dà l’idea di ponte, sospeso in aria. Verso l’interno l’edificio diventa una sorta di teatro, visibile dall’industria. È un muro, ma anche un portale, dà l’idea di una struttura abitabile.
L’uso espressivo di cemento, vetro e acciaio si vedeva anche all’interno, e ben presto esce dai confini nazionali, tra gli architetti più affermati a livello mondiale. Il neobrutalismo e lo strutturalismo, tramite i loro esponenti più importanti, riconoscono la nuova struttura Zanussi sulla Pontebbana come un’opera estremamente innovativa.
Le costruzioni di Porcia sono apprezzate soprattutto nel mondo angolasssone e Gino Valle viene visto come uno degli innovatori dell’architettura italiana. Valle entra anche in crisi durante la progettazione dello stabilimento di Porcia, in particolare per i disegni dei capannoni e dei magazzini.
Da qui allora riparte da uno “zero artistico”. Comincia la sperimentazione con telai portanti in acciaio e la copertura con pannelli prefabbricati, chiamati “biscotti” e alti 11 metri, che prenderanno vita nei capannoni di Porcia.
Poi, la progettazione dei “depositi tipo”, che saranno costruiti in tutta Italia, porta a combattere il caos visivo dei capannoni tradizionali, creando strutture minimali e bianche, che ricordano di fatto gli elettrodomestici prodotti dall’azienda.
Gli uffici del personale, creati poco dopo, sono open space che, assieme all’arredamento dell’epoca, danno l’idea di uno spazio infinito. Dopo la morte di Lino Zanussi, diminuiscono gli incarichi per Valle.
A metà degli anni 70 viene realizzata la mensa Zoppas a Susegana, dove l’architetto crea davanti alla facciata rampe che danno l’idea di un dinosauro davanti a uno stabilimento industriale.
Un’esperienza lunga e molto intensa, portata avanti anche grazie a una scelta intelligente di Valle. Dopo avere progettato la nuova casa della famiglia Zanussi a Pordenone, negli anni 50, venne a sapere che la signora Gina stava proponendo a Lino di comprare una villa veneta.
Come ha raccontato Pietro Valle, il padre per non entrare a gamba tesa in questa scelta di coppia mandò un mazzo di fiori alla signora complimentandosi per la villa veneta e garantendosi così i futuri 20 anni di lavoro con Lino.
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