Il Dalai Lama a Udine: «La religione da sola non basta»

Tenzin Gyatso: «Importanti anche la scienza e le esperienze. Ma mai arrendersi. Bisogna sempre cercare pace e felicità»
Udine 22 Maggio 2012. Incontro con il Dalai Lama. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /Diego Petrussi
Udine 22 Maggio 2012. Incontro con il Dalai Lama. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press /Diego Petrussi

UDINE. Piccole, grandi verità. Scandite sempre col sorriso e gli occhi fissi sulla gente. A scrutare quell’umanità, uguale a lui, ma così bisognosa, a quanto pare, di sentirlo ancora una volta parlare. Tenzin Gyatso, 14.mo Dalai Lama, guida spirituale dei buddisti tibetani, e non solo, lo ha ribadito per primo, ieri mattina, di fronte alle 3mila persone che hanno affollato al limite della capienza il PalaCarnera per il primo dei 3 appuntamenti pubblici di Sua Santità, in questa due giorni tutta udinese. «Io sono uno di voi, siamo tutti uguali, abbiamo lo stesso desiderio profondo di felicità».

Il suo arrivo, verso le 9.30, era stato preceduto da un silenzio sospeso e irreale. Un silenzio poi scioltosi, all’avanzare di quella tunica rossa, in un fragoroso applauso.

Poi tutti con lo sguardo su di lui. Aspettando risposte a domande apparentemente impossibili. Come trovare questa felicità? E, seguendo il tema della mattinata (“Le religioni per la giustizia, la pace, la salvaguardia dell’ambiente vitale”), come perseguire l’armonia tra i popoli? Il segreto sta dentro di noi, ci ricorda il Dalai Lama che anche con i suoi gesti un po’ buffi dà la prova di essere proprio uno di noi, provocando sorrisi e risatine in platea, proprio come accadrebbe a chiunque su un palco, accecato dalle luci e alle prese con un discorso continuamente interrotto per essere tradotto. «Il seme dell’intelligenza e della compassione, ovvero la considerazione e il rispetto per gli altri, è già in noi quando nasciamo. Poi viene alimentato dall’amore materno, fondamentale. Quindi può essere accresciuto dalla religiosità. Quest’ultima è importante, ma non possiamo basarci solo sulla singola religione. Dobbiamo contemplare, per la nostra crescita, anche la ricerca scientifica, il buon senso e le esperienze della vita positiva».

Vita “positiva”, sì. perché «gli stessi scienziati stanno iniziando a scoprire che la calma mentale è fondamentale anche per un corpo in buona salute».

La tensione invece porta a un malessere che va oltre la situazione personale. «Quando sono andato in Palestina - ha affermato il Dalai Lama ieri rivolgendosi anche agli altri tre ospiti dell’incontro, il rabbino Jeremy Milgrom, la palestinese Bassima Awad e l’imam Izzedin Elzir - ho avuto occasioni di ascoltare le sofferenze del popolo palestinese con un orecchio e di ascoltare gli ebrei con l’altro. Il problema tra Palestina ed ebrei è complicato, ma dobbiamo fare leva su chi cerca un avvicinamento. perché il vero problema è che manca una visione dell’unità, manca l’attitudine mentale a voler prendere in considerazione sinceramente gli altri. Mancando questi due punti, l’uomo crea problemi e divisioni. E così l’amore discriminante unito alla religione crea divisioni e conflitti. Come in Irlanda tra cattolici e protestanti o tra musulmani sciti e sunniti. Impariamo piuttosto dall’India, dove si possono trovare le religioni più diverse».

Ed ecco, poi, il Dalai Lama più atteso, quello capace di parlare a 3 mila persone, come se parlasse in colloquio privato con ciascuno di loro, singolarmente. «Conosco persone ricche e in salute. Sane e di successo sia sul piano materiale sia sul piano mentale. Ma spesso non sono felici. Sapete perché? perché vivono la ricchezza, in tutti i sensi, con ansia e sospetto. A costoro non posso dire altro che guardare nel proprio cuore, dove si trova il seme dell’intelligenza e della compassione. E quindi della felicità».

Una “felicità” da conquistarsi anche grazie a un mantra, a uno slogan, ieri ripetuto anche dal rappresentante della comunità buddista friulana di Polava. «Non arrenderti mai. Indipendentemente da ciò che ti accade attorno, non arrenderti mai. Ma coltiva il tuo cuore». perché solo da questa felicità deriva anche la pace.

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