Il coordinatore federale Messina: «Lavoriamo per il tifo a favore»

Sì al “Silent match”, l’iniziativa organizzata per la prima in Friuli Venezia Giulia dal Calcio Zoppola e di cui si è fatto un gran parlare

«Sì al “Silent match”, l’iniziativa organizzata per la prima in Friuli Venezia Giulia dal Calcio Zoppola e di cui si è fatto un gran parlare, ma sì anche, e soprattutto, al tifo a favore per il quale il Settore Giovanile e Scolastico e la Uefa si stanno muovendo con decisione da anni».

È il coordinatore federale regionale dell’Sgs regionale Giovanni Messina a commentare l’iniziativa che andrà in scena sabato prossimo, con i genitori chiamati ad assistere in silenzio alla partita tra gli Esordienti a nove del Calcio Zoppola e il Pordenone, in programma alle 16.45 a Zoppola.

Messina, è lodevole e merita riflessione l’iniziativa del silent match...
«Certamente, ma tutte le iniziative che portano al tifo corretto non possono che avere il plauso del Settore Giovanile e Scolastico. Lo ha stabilito anche la Uefa che là dove il calcio non è divertimento bisogna promuovere i giusti comportamenti e prima di questa iniziativa la Federazione e il settore Giovanile e Scolastico ne hanno promosse molte. Anzi, è nostra cura e attenzione affrontare il discorso educativo».

Attraverso quali iniziative?
«L’idea di base è sviluppare il tifo a favore, ed è per questo che l’iniziativa del silent match andava giustamente arricchita, in quanto il tifo a favore non esclude un incitamento o un applauso nei confronti di chi gioca. Detto questo, il messaggio del tifo a favore lo portiamo da anni nelle scuole di ogni ordine e grado con il progetto Valori in rete. Anzi, ne approfitto per segnalare che esiste un sito apposito dedicato tutto ai gesti di fair play che si chiama valorinrete.it dove molti genitori mandano foto che colgono i gesti di fair play ai quali la federazione italiana attribuisce poi un premio».

Il caso di Zoppola si unisce, a suo modo, a quello di altri campi in cui i genitori sono espressamente invitati a comportarsi bene alle partite giovanili, attraverso un decalogo scritto. In altri campi, invece, c’è chi ha negato addirittura l’accesso ai genitori.
«Mi piace ricordare quella scherzosa frase di Vendrame, che diceva “Datemi una squadra di orfani e ne farò dei campioni”, ma non credo sia così, perché i genitori sono e debbono essere una risorsa per i loro figli e per le società che gravitano. Anzi, le società devono usufruire di questa risorsa, e quindi creare momenti di aggregazione e soprattutto condivisione degli stessi principi educativi. Quindi, al contrario dei cartelli che invitano il genitore a restare fuori, io dico che ben venga il genitore, ma con la finalità di condividere il lavoro delle società».

Messina, al di là delle iniziative cosa dovrebbero sempre ricordarsi i genitori quando vanno a vedere i loro piccoli alle partite?
«Il genitore dovrebbe creare il clima ideale per favorire l’apprendimento, ricordandosi che di apprendimento e formazione si tratta nell’attività di base, come lo sono gli esordienti del caso di Zoppola. L’attività di base è inclusiva, quindi è obbligatorio che tutti giochino. Non esistono le convocazioni e quindi il genitore non deve criticare se magari vede suo figlio, magari più dotato che gioca lo stesso tempo di chi non lo è».

Come è la situazione nella nostra regione, sotto a questo punto di vista?
«Ho la percezione che nel tempo siano stati fatti miglioramenti, ma ciò nonostante sento ancora molte lamentele e critiche eccessive. Può venire in aiuto la carta dei diritti del bambino, in cui c’è scritto che il bambino ha il diritto di non essere un campione. E ricordiamoci che se il clima è sereno anche il gioco ne beneficia e pure gli arbitri».

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