Il centro Balducci ospiterà a sue spese diciassette migranti fuori convenzione

UDINE. Scadute il 30 aprile le convenzioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo, Oikos e Centro Balducci di Zugliano si faranno carico, senza fondi pubblici, di 17 persone che, sommate a quelle già presenti nella struttura alle porte di Udine, diventano 38, provenienti dai più svariati Paesi d’Europa e del mondo. Un impegno, anche economico, che senza contributi diventa sempre più impegnativo. Da qui l’appello lanciato ieri al Balducci dalle due realtà che da anni si occupano di accoglienza.
«Siamo contenti – ha commentato don Pierluigi Di Piazza, responsabile del centro di Zugliano – che le nostre sollecitazioni alla Prefettura, affinché le famiglie con bambini non andassero all’ex caserma Cavarzerani, siano state accolte. Tuttavia – ha proseguito – riteniamo che i percorsi di integrazione intrapresi si interrompano per tutti quelli che, invece, dovranno andare via. Ecco perché abbiamo chiesto a quelle persone se volessero restare da noi oppure no. Sette – ha chiarito – hanno scelto di andarsene, mentre 17 rimarranno qui».
E se si considera che, stando a quanto riferito ieri in conferenza stampa, il costo per una accoglienza «di base», spiegano i promotori, si aggira sui 200 euro mensili, ecco che l’impegno finanziario inizia a farsi pesante.
«Abbiamo voluto lanciare quindi una richiesta di solidarietà pubblica – annuncia don Pierluigi –, suggerendo anche una possibile modalità, che è quella di versare 10 euro al mese per due anni, così da dare una certa stabilità. Un contributo, che si potrà offrire contattando il Centro, non solo per il sostegno delle persone accolte, ma anche per la vita stessa della struttura».
Ora che la convenzione non esiste più e in attesa dell’esito del ricorso al Tar presentato da Oikos e Balducci sul nuovo appalto per l’accoglienza diffusa in calendario il 28 maggio, a spiegare perché non sia auspicabile trasferire le persone negli spazi ricavati nell’ex caserma di via Cividale è il vicepresidente del Balducci, Claudio Piani. «Chi viene portato nei Cas, i centri di accoglienza straordinaria – ha spiegato –, deve interrompere i percorsi di integrazione già intrapresi in questi anni. Il bambino che ha iniziato scuola qui a Zugliano, ad esempio, una volta che viene trasferito a Udine, come va a scuola? Per non parlare – ha incalzato – che la legge non prevede l’insegnamento della lingua italiana, presupposto imprescindibile per un processo di integrazione serio».
La legge a cui si fa riferimento è il decreto sicurezza emanato dal ministro dell’Interno Salvini. Un provvedimento verso il quale Oikos e Balducci esprimono, per bocca di don Di Piazza, «contrarietà totale e dissenso completo – ha detto – perché di fatto, ha annullato l’accoglienza diffusa, ha annullato il permesso umanitario e ha messo in difficoltà migliaia di persone e i soggetti che fino ad ora si sono occupati proprio di accoglienza». E non andrebbe meglio, sempre secondo le due associazioni, con il “decreto sicurezza bis” annunciato dallo stesso Salvini.
«Quello che abbiamo sentito in questi giorni, ovvero multare chi salva le vite in mare, indicando anche la cifra quasi si trattasse di una taglia – ha denunciato don Pierluigi –, è espressione di una grande disumanità. Il Balducci sarà sempre con chi salva le vite in mare. Se un Paese, se una Regione non si impegna a promuovere un cultura in senso antropologico del termine – ha proseguito – che senso può avere la vita? La politica attuale cancella la memoria e usa in modo irrazionale solo il presente. Se l’Europa, l’Italia, la Regione avessero in questi anni progettato – ha concluso –, non saremmo in questa situazione».
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