Il centro Alpe Adria alza bandiera bianca: è il primo in Friuli

Inaugurato nel 1990, diminuirà gli spazi del 70%. Si salvano il supermarket e sei negozi su 50 dei tempi d’oro

CASSACCO. La liberalizzazione nel settore del commercio, la realizzazione di centri commerciali ovunque, come funghi (che, badate, non è affatto finita, perchè in viale Palmanova a Udine a un passo dalla nostra redazione ne stanno per aprire altri tre) sta presentando il conto.

Era inevitabile, non serviva un genio a capirlo. Se una bella fetta degli italiani ormai fa fatica ad arrivare a fine mese come fanno a sopravvivere decine di centri commerciali?

Il primo nato in Friuli nel 1990 alza bandiera bianca. È l’Alpe Adria di Cassacco, realizzato sulla Pontebbana e che ha avuto una gloria effimera. Da anni ormai i ventimila metri quadrati di spazi commerciali sono alla canna del gas: a un passo dalla chiusura. Se si eccettuano un pugno di negozi e il supermercato Interspar, punto di riferimento per tutta la zona collinare. Il resto? Chiuderà da gennaio 2015. Troppo alti i 600 mila euro l’anno di costi di gestione per reggere una parte di struttura in perdita. Un arretramento simbolico, non era mai accaduto.

Pochi chilometri più a nord, le Valli di Carnia di Amaro, come il Messaggero Veneto ha riportato solo tre giorni fa, presenta uno spettacolo spettrale a chi vi entra. Anche in quel caso resiste solo la grande distribuzione, in quel caso la Coopca e la gioielleria Stroili Oro.

L’Alpe Adria no, arretra. Lo ha deciso la proprietà, il fondo Aedes di Milano, che cinque anni fa aveva rilevato il centro commercaile dal Gruppo Bernardi. Ma l’acquisizione non è stata fortunata.

Al massimo dello splendore i dipendenti erano quasi 280 in una cinquantina di negozi. Ora sono un centinaio. Da gennaio, dopo la “ritirata”, si dimezzeranno. Della chiusura del negozio Sme si sapeva, ora chiuderanno tutti quelli dell’area nord. La proprietà ha rinunciato anche ad avere il preavviso di uscita dal contratto di affitto da parte degli esercenti e ha già raggiunto l’accordo con la mezza dozzina di negozi che invece si raggrupperanno nell’ala sud attorno all’Interspar, area di proprietà del gruppo Aspiag.

Che fine farà la zona abbandonata dagli spazi commerciali, vale a dire i due terzi del centro? Secondo l’ex sindaco di Cassacco e ora capogruppo di maggioranza, Giorgio Baiutti, sarà ridisegnata. Niente più gallerie, ma, se ci saranno gruppi interessati a stabilirsi, due-tre magastore per il tempo libero (peraltro inflazionati in zona) o altro. Con la parte centrale dell’edificio, quella realizzata negli anni Sessanta e che prima della costruzione del centro ospitava una fabbrica di cucine, potrebbe anche essere abbattuta.

Una Caporetto, insomma, per il primo centro commerciale aperto in Friuli. La prima delle tante? Non è escluso, dato che, secondo uno studio di marketing, in regione ci sono centri commerciali capaci di soddisfare le esigenze di sei milioni di persone. Ma tra abitanti e turisti da queste parti di potenziali acquirenti ce ne sono al massimo un milione e mezzo.

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