Il caso Lumacuore finisce su Facebook

Aviano, il popolo della rete si schiera sulla sorte dell’opera Il Comune si chiama fuori: non possiamo comprare l’area

AVIANO

In Facebook ci si divide tra coloro che ritengono che il Lumacuore vada rifatto e chi, invece, che vada tolto. In Castaldia, l’opera di land art è ormai a brandelli, scatenando la curiosità di estimatori e detrattori. Il problema è che alcuni dei proprietari dei terreni non sono d’accordo con l’opera. L’accusa del Lumacuore, creato da Laura Trevisan, va nella direzione dell’assessore alla Cultura: «Vorrei precisare – si legge su Fb – che il Lumacuore è nato per essere fatto assieme, condiviso a (proprie spese) per non dipendere da nessuno. Il problema è che l’assessore ci ha indicato dei terreni privati senza chiedere il permesso ai proprietari. Il mio sbaglio è stato quello di credere nell’affidabilità dell’autorità istituzionale e che la cultura fosse libera dai partiti». Di diverso avviso è il Comune, che ritiene evidentemente che la cultura debba essere sì libera dai partiti, ma rispettosa della proprietà altrui. «Alcuni dei proprietari sono contrari – afferma l’assessore alla Cultura, Alfonso Colombatti – e ho provato a mediare, alcuni li ho anche incontrati». Il progetto era nato prima con teli bianchi e, in una fase successiva, ci sarebbero state dei veri e propri cassoni con pietre dentro. Una prospettiva che non è piaciuta ad un gruppo di proprietari, alcuni dei quali intenzionati a vendere. Dai creatori ci si aspettava a quanto pare una forzatura da parte del Comune e dell’assessore che, invece, è di diverso parere: «Siamo in una posizione attendista – ripete –. Aspettiamo che ci sia interesse. Io i proprietari non li ho riuniti, probabilmente. Del resto – chiarisce l’assessore –, il Comune non può acquistare quei terreni». Da parte della maggioranza, inoltre, non c’è appoggio all’opera di land art e anche in giunta, quando è stato affrontato l’argomento, la questione non ha sollevato grandi consensi.

«Io ci credevo di più – conclude Colombatti –, ma in giunta non ho rilevato grandi entusiasmi. E’ chiaro che di fronte a progetti che prevedono cassoni metallici, o il proprietario ti dice di sì allora lo fai, ma se ti dice di no puoi solo pensare che l’idea fosse comunque buona. Diciamo che è stato un peccato di innocenza decidere di farlo lì».

Donatella Schettini

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