Il cardinale Parolin a Pordenone: "Porto a Papa Francesco la vostra testimonianza"

Il segretario di Stato Vaticano ha celebrato messa e visitato i restauri a San Marco. Al rito molte delegazioni estere. “Ingorgo” per poter salutare il porporato

PORDENONE. Ha avuto una dimensione prettamente spiriturale la seconda giornata di visita del segretario di Stato vaticano Pietro Parolin a Pordenone. Dopo gli appuntamenti ufficiali – la conferenza in seminario sul cardinale Costantini e la Cina, la lectio magistralis di apertura della settimana Lev e la consegna del sigillo della città – il porporato ieri ha concelebrato, con i vescovi Giuseppe Pellegrini e Ovidio Poletto e una dozzina di sacerdoti, un pontificale in duomo San Marco.

Alla messa hanno assistito, tra gli altri, il cardinale Francesco Monterisi, il procuratore generale dell’Opus Dei presso il Papa Carlos Nannei, il direttore della Lev Giuseppe Costa, il sindaco Alessandro Ciriani col comandante della polizia municipale Arrigo Buranel e il gonfalone, gli assessori Pietro Tropeano e Alessandro Basso, il primo cittadino di Portogruaro Maria Teresa Senatore, il colonnello dei carabinieri Antonio Dibari, la presidente di FriulAdria Chiara Mio, delegazioni di cristiani di Ghana, Nigeria, Ucraina, Romania, Polonia, Filippine, Argentina, Albania e Armenia.

«Una presenza storica, grazie alla quale rinnoviamo la forte adesione alla Chiesa», il saluto del parroco monsignor Otello Quaia, che ha mostrato al segretario di Stato i “tesori” del duomo, compresi gli ultimi restauri. Pietro Parolin ha particolarmente apprezzato la Pala della Madonna della misericordia «che ci richiama all’obiettivo dell’anno giubilare». Anno santo «occasione di grazia abbondantemente offerta a tutti per riorientare il nostro essere verso Gesù».

Nell’omelia ha spiegato che «la società ha bisogno che la buona notizia del Vangelo risuoni nelle piazze e colmi la sete di verità, di pace, di giustizia e di misericordia», soprattutto quando «la mentalità mondana fa risultare più difficile la presenza del Signore. Forse ci crederemmo di più con espedienti scintillanti e spettacolari, ma la vita non è un gioco o uno scherzo». Di più, richiamando le parole di Papa Francesco, ha aggiunto che «non è nemmeno una telenovela o un videogame.

È un dono da accogliere e valorizzare». Ha infine esortato a «riconoscere il volto di Gesù nei poveri, nei malati, nei carcerati, nei sofferenti, per diventare segno di misericordia, donando al prossimo quello che riceviamo e chiediamo al Signore».

Il grazie della diocesi – che per la prima volta ha ospitato un segretario di Stato vaticano – è stato espresso dal vescovo Pellegrini: «Porti al Papa la nostra fedeltà e la gioia di averlo come pastore». Il porporato ha concluso – prima di uscire dal duomo soffermandosi a lungo a salutare con decine di persone, in particolare diversi ammalati e fedeli giunti anche dal resto della regione, coi quali ha condiviso alcuni ricordi di esperienze comuni – ricordando «i due bei giorni passati a Pordenone per le iniziative della Lev, il convegno su Costantini, la visita alla città e alla diocesi.

È molto più quello che si riceve rispetto a quello che si dà. Porterò al Papa – ha concluso – la vostra testimonianza di miti e umili di cuore».

Nel primo pomeriggio il cardinale – che aveva cominciato la trasferta a nordest con l’inaugurazione del museo di papa Luciani a Canale d’Agordo – è rientrato a Città del Vaticano.

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