Il Cafc ha deciso: niente contatore per le fontane

Stralciata dal regolamento fognario del Consorzio acquedotto Friuli centrale l’ipotesi di dotare le fontane della Bassa di misuratore di portata d’acqua (contatore). Una questione di non poco conto per il futuro dei pozzi artesiani, in quanto toglie l’obbligo all’installazione del misuratore alle fontane, installazione che sarebbe dovuta avvenire a carico dell’utente (dai 200 ai 500 euro). Inoltre i cittadini avrebbero dovuto installarlo al limite della proprietà rendendolo disponibile alla lettura e ai controlli.
È questa la novità del regolamento approntato dal Cafc, sul quale adesso ci saranno sessanta giorni di tempo per porre delle osservazioni: certamente il popolo delle fontane non avrà nulla da eccepire su questa novità, anzi finalmente tira un sospiro di sollievo per quella che ritenevano l’ennesima “aggressione” ai loro pozzi artesiani.
Ricordiamo che in regione le fontane sono circa sono 40 mila, di cui 10 mila nella sola Bassa, le restanti si trovano nel Sanvitese e a Terranova di San Canzian. Sui contatori ai pozzi, il sindaco Roberto Mattiussi, si è sempre detto contrario, rimarcando che «erano solamente un business per chi realizza il dispositivo: sarebbe stato come mettere il contatore sul fiume per misurare l’acqua che evapora». Come rimarca il vicesindaco Enzo Bertoldi,si tratta di un passo avanti verso quelle richieste per la salvaguardia delle fontane sulle quali lui dai banchi della minoranza si è sempre battuto.
Il contatore alle fontane andava di pari passo anche con l’ipotesi di ridurne la portata (“strozzatura”), che aveva fatto scendere in campo gli ambientalisti del comitato «giù le mani dalle fontane» che chiedevano alla Regione una legge speciale a tutela delle stesse. «Solo pensarlo – dicono – era ridicolo. Difficile sapere cosa esce da un pozzo artesiano se fosse ridotta la portata: sabbia impalpabile, sassolini, pezzetti di legno e altro». —
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