Il bimbo non ce l’ha fatta

L’ultimo regalo di Claudio: ha donato gli organi
Claudio Roveredo non ce l’ha fatta. Il cuore del bambino di 6 anni, di Montereale Valcellina, colpito da un arresto cardiaco sabato scorso in piscina a Maniago, ha smesso di battere ieri pomeriggio. I genitori, Alessandro e Caterina De Carlo hanno autorizzato la donazione degli organi. L’intervento di espianto s’è protratto fino a notte. Dopo quanto accaduto sabato pomeriggio nella piscina di Maniago, il personale della terapia intensiva del Santa Maria della Misericordia di Udine s’è prodigato fino all’ultimo momento per il piccolo Claudio, ma il suo cuore, ieri pomeriggio, ha ceduto. I genitori hanno autorizzato la donazione degli organi: nella disgrazia, altri bambini potranno rivivere grazie all’ultimo gesto di generosità di Claudio, bimbo «a modo e sempre sorridente», come hanno ricordato tutti, ieri, in paese, appena appreso il drammatico epilogo della vicenda. Claudio Roveredo, che aveva compiuto 6 anni il 3 ottobre scorso, è spirato ieri pomeriggio: sabato scorso aveva subito un arresto cardiaco – per cause ancora tutte da chiarire – nella piscina di Maniago, dove aveva concluso la seconda lezione del corso di nuoto. Il suo istruttore, al momento dell’uscita dalla vasca (profonda non più di 120 centimetri) dei bimbi, s’era accorto che Claudio stava boccheggiando, esamine, appena al di sotto del livello dell’acqua. I soccorsi erano scattati immediatamente e il piccolo era stato trasferito, in gravi condizioni, all’ospedale di Udine dove l’altro ieri il quadro clinico era ulteriormente peggiorato. Ieri pomeriggio il decesso. I genitori, Alessandro, autista dell’Atap, e Caterina De Carlo, impiegata in un’azienda del posto e la più giovane attivista del locale gruppo di volontariato per la terza età, hanno autorizzato l’espianto degli organi, operazione che è stata compiuta ieri fino a tarda sera. Gli stessi genitori sono rimasti fino all’ultimo momento all’ospedale Santa Maria della Misericordia. Gli investigatori stanno compiendo accertamenti per individuare eventuali responsabilità sulla mancata sorveglianza del bambino durante l’attività sportiva, in quanto non è escluso che la morte possa essere sopraggiunta per annegamento. Oggi il sostituto procuratore di Pordenone, Piera De Stefani, potrebbe firmare avvisi di garanzia, così da permettere la nomina di consulenti di parte che assistano all’autopsia, già disposta. Affranti i genitori, il fratellino di 3 anni, i nonni paterni Gabriella Chiaranda e Ivano Roveredo, e quelli materni, Bruna Roveredo ed Ennio De Carlo, tutti residenti a Montereale Valcellina. Affranta tutta la comunità che fino all’ultimo aveva sperato in una svolta positiva che non c’è stata. Claudio Roveredo frequentava la prima elementare a Montereale, dove oggi le maestre avranno il difficile compito di spiegare ai compagni quanto accaduto. Lo scorso anno aveva fatto parte della squadra “Primi calci” locale, quest’anno aveva optato per il nuoto, oltre che per le sciate in Piancavallo assieme ai genitori. Domenica avrebbe dovuto partecipare al Carnevale, tanto che aveva già scelto il vestitino. Che rimarrà, purtroppo, per sempre nell’armadio.

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