Il bidello aderisce allo sciopero e la scuola resta chiusa

UDINE. Il bidello sciopera? E la scuola non apre. Ritorno in classe con sorpresa ieri per gli studenti della media Manzoni di piazza Garibaldi: nessuno ha aperto il portone e così mamme e papà si sono visti costretti a riaccompagnare i figli a casa.
Motivo? Il plesso ha un unico collaboratore scolastico ed è suo il compito di aprire l’istituto. Ma ieri proprio quell’Ata ha aderito allo sciopero indetto dall’Unicobas. E così alunni e insegnanti sono ritornati a casa.
«Purtroppo c’è stato un problema con la comunicazione alle famiglie – ammette il dirigente Livio Bearzi –, perché la notizia dello sciopero è arrivata il 15 aprile di pomeriggio e l’abbiamo notificata ai ragazzi e ai genitori il giorno dopo, alla vigilia delle vacanze pasquali. Il diritto di sciopero è sacrosanto, spiace però per il disagio creato alle famiglie».
L’Unicobas protesta contro la politica del governo Renzi: «Le detrazioni si fermano al reddito di 26 mila euro lordi l’anno: così solo i collaboratori scolastici a stipendio base sotto i 1.200 euro, godranno del benefit del governo. Saranno esclusi persino i loro colleghi, quelli in servizio da più di dieci anni, che si vedranno raggiungere dai neo-assunti perché invece il loro salario resterà uguale».
In polemica con le atre sigle sindacali l’Unicobas chiede «un contratto scuola specifico fuori dall’area del pubblico impiego e l’istituzione di un Consiglio superiore della docenza con diramazioni provinciali, adibito a garantire, così come per la magistratura, l’autonomia e la terzietà della scuola pubblica».
Ma maggio sarà un mese di passione per la scuola. Perché arrivano i test Invalsi e con le prove anche polemiche e scioperi. (m.z.)
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