Il bar Lume sarà rilevato da un imprenditore cinese

PORCIA
Il bar Lume di Porcia si prepara al tanto atteso cambio di gestione. Salvo colpi di scena dell’ultimo momento a subentrare nel contratto d’affitto d’azienda sarà un imprenditore cinese, la cui identità non è nota, ma che – stando ad indiscrezioni – avrebbe già in gestione un bar in piazzale Risorgimento a Pordenone.
Il condizionale è d’obbligo dal momento che la firma degli atti di subentro non è stata ancora apposta dalle parti, ma pare sia questione di giorni. Lunedì 14 novembre infatti dovrebbe essere l’ultimo giorno di lavoro in via Muzzile a Porcia per lo storico gestore del Lume, Gian Pietro Camol.
«E’ la data che abbiamo concordato con questo imprenditore cinese – spiega Camol –. Pensavo di avere tempo fino alla fine dell’anno, ma lui pare abbia fretta di rilanciare il locale. Poco male per me – aggiunge – così faccio contenti i residenti e metto fine a una situazione che era diventata pensante anche per il sottoscritto».
Dopo 12 anni, gli ultimi dei quali trascorsi a rispondere alle proteste dei residenti per il troppo chiasso notturno che era solita fare la sua clientela nell’orario di chiusura, Camol lascia quindi Porcia e, come lui stesso dice «entro a far parte della lunga schiera di disoccupati». Nel suo curriculum da esercente Camol ha 20 anni di esperienza, prima come gestore del Cadillac di Pordenone, quindi dal 1999 del bar Lume.
A confermare questa notizia c’è anche il proprietario del locale, Luigi Romor, il quale per scaramanzia si limita a dire: «C’è un imprenditore interessato, ma fino a quando non firmiamo nulla è certo». Gli atti sono già pronti, ma per problemi di salute di Camol l’incontro tra le parti sarebbe slittato dalla scorsa a questa settimana. «Se non ci sono altri intoppi – dice lo stesso Camol – il passaggio nel contratto di affitto d’azienda dovrebbe essere siglato già domani o dopo domani».
A questo punto a incrociare le dita sono oltre a Romor anche i residenti di via Muzzile che contro il locale sono scesi in campo a suon di petizioni, lettere a sindaco e forze dell’ordine, arrivando di recente fino al punto di battere la via dell’ipotesi di inquinamento acustico ambientale.
Difficile al momento prevedere quale sarà, una volta in mano all’imprenditore cinese, il futuro del locale notturno che per 12 anni è stato il punto di ritrovo del popolo della notte, sud americani in primis.
Da quanto si è appreso sembra che l’idea sia quella di dare maggiore spazio alla cucina e ai piatti veloci.
Milena Bidinost
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