I volontari: ci è vietato imboccare gli anziani della casa di riposo
SAN DANIELE. «Non sappiamo nulla di polemiche. Nessuno ci ha detto niente. Solo qualche giorno fa i volontari ci hanno comunicato che non avrebbero più aiutato gli anziani a consumare la cena». Alla Casa di riposo di via Dalmazia è una domenica come tante altre, con i parenti che arrivano a trovare i propri cari.
Nulla lascia intuire che in questi giorni è esplosa la polemica sull’attività dei volontari e sul fatto che, vista la causa intentata in un’altra regione d’Italia dai parenti di un anziano morto soffocato mentre veniva aiutato a mangiare contro chi lo stava imboccando, gli angeli delle residenze non potranno più aiutare i degenti a mangiare. Un provvedimento che ha mandato su tutte le furie il parroco di Treppo Grande, don Daniele Calligaris, che ha definito “sciacalli” coloro i quali hanno ritenuto opportuno rivalersi su chi aiutava a mangiare il proprio anziano.
Rispetto alla stagione estiva, al Centro anziani di San Daniele non ci sono familiari in atrio o fuori sulle panchine con i propri cari, troppo freddo. «Dopo che abbiamo comunicato di non poter più imboccare gli anziani – ci ha spiegato il presidente dell’Avulss di San Daniele, Vanni Zolli – tanti parenti di pazienti sono venuti a chiederci spiegazioni e si sono rammaricati per quanto accaduto. In molti hanno sottolineato come si tratti di cose assurde che da noi non potrebbero mai accadere. Purtroppo però non si torna più indietro e d’ora in avanti, pur continuando a occuparci degli anziani ospitati nelle case di riposo, ci limiteremo a dar loro conforto facendo compagnia». I volontari di San Daniele, una decina impegnati in ospedale e una quindicina alla casa di riposo, non si lasciano scoraggiare e, nonostante la pesante limitazione, continueranno a stare con gli anziani nelle stesse ore senza però imboccarli, compito che dovrà essere assolto al personale in forza alla struttura o dai parenti.
La rabbia corre anche sul web. «Dove siamo arrivati» commenta qualcuno sui social. Altri criticano quei parenti che non hanno avuto tempo di imboccare l’anziano, trovandolo quando «hanno fiutato i soldi». Ma c’è anche chi trova legittimo lasciare un compito così delicato come l’alimentazione a personale preparato: «I volontari sono fondamentali nelle residenze per anziani – scrive Elisabetta – però bisogna sottolineare che anche solo la somministrazione di cibi o bevande, che ad alcuni sembra una cosa così banale, per ospiti con patologie particolari ci vuole preparazione, intesa come conoscenza e formazione per evitare l’insorgere di patologie». Però c’è anche qualche operatore che fa riferimento ad altre strutture della zona collinare in cui ha prestato servizio dove «a pranzo e cena venivano i volontari. Come si può fare in due operatori a turno a gestire la cena con 6/7 anziani da imboccare in un’ora di tempo. Provate a pensare di essere al posto dell’anziano e dover mangiare in 5 minuti un primo, un secondo e la frutta. Guai se non ci fossero i volontari». —
A.C.
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