I veleni in casa Cisl, spese e rimborsi: monta la rabbia degli iscritti

UDINE. “Caro Piero”. Inizia così, in tono confidenziale, la contro-deduzione inviata a Roma lo scorso mese di settembre dal segretario generale della Cisl Fvg, Giovanni Fania, in risposta ai verbali delle verifiche condotte tra dicembre 2015 e gennaio 2016 dall’Ufficio ispettivo confederale.
Pietro è Ragazzini, il segretario nazionale responsabile delle politiche finanziarie e amministrative. Colui - per inciso - che da commissario sta gestendo la grana della Cisl campana. Fania gli scrive per replicare ai rilievi, tanti, messi nero su bianco dagli ispettori. In undici pagine dà la sua versione dei fatti. Assicura l’esistenza di deliberazioni e registri appositi. Informa dell’avvenuta rettifica delle poste di bilancio. Aggiorna la situazione debitoria e creditoria nei confronti delle altre strutture.
Basta a riaccreditare la Cisl Fvg? Non sembra. Almeno a giudicare dal tono e dal contenuto della piccata risposta che arriva dalla Capitale il 6 ottobre successivo. Vi si legge - tra l’altro - che “la regolarizzazione delle inadempienze rilevate e contestate nel verbale non cancella le gravi violazioni amministrative, gestionali e della normativa previdenziale e fiscale compiuta dagli organismi responsabili, in primo luogo dal segretario generale della struttura e dal segretario amministrativo nonché per alcune scelte particolari la responsabilità collegiale dell’intera segreteria della Usr”. Parole che pesano come un macigno sulla Cisl e che di certo non contribuiscono ad alleviare lo stato d’animo della base.
Tra i militanti cislini l’insoddisfazione dilaga e c’è chi - dall’alto di un’appartenenza ormai trentennale al sindacato - si è sentito in dovere di affidarla alla carta. “Qualcosa l’avevo intuita - scrive un iscritto friulano che preferisce restare anonimo - quando scoprii che i vertici sindacali percepiscono uno stipendio di gran lunga superiore a quello di quando lavoravano come noi tutti facciamo ogni santo giorno. Senza contare i benefit: rimborsi per l’auto, per i pranzi, per il telefono.
Se è stata aperta un’inchiesta per i rimborsi dei gruppi politici regionali non vedo perché il sindacato non debba rendicontare le spese fatte”. Rincara la dose l’iscritto. “La segreteria regionale dovrebbe avere il coraggio di pubblicare un dettagliato resoconto di tutte le spese e i rimborsi percepiti negli ultimi anni invece di trincerarsi dietro presunti complotti o rese dei conti interne. Lo deve fare - conclude - nel rispetto di tutti gli iscritti che mensilmente versano la quota associativa per mantenere chi li rappresenta e probabilmente, da anni, facendo il sindacalista non ha alba di cosa vuol dire lavorare”.
Parole durissime, specchio del malcontento e della delusione che serpeggia tra i fedelissimi. Desiderosi, oggi, anzitutto di trasparenza. Fania a ripristinarla ci ha provato inviando come detto una lunga missiva di “giustificazione” ai rilievi mossi dagli ispettori a seguito delle accurate verifiche condotte in seno alla Usr tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016.
L’incipit è tutto politico ed equivale a un dito puntato contro i segretari di Udine e Pordenone, rei di essersi messi di traverso al percorso di regionalizzazione con l’alibi della non autonomia economica della Ust regionale a differenza delle loro.
Un contrasto che sembrava risolto con un accordo, benedetto dalla segretaria nazionale Annamaria Furlan, che dava il via libera ad Alberto Monticco quale successore di Giovanni Fania, in cambio di una adeguata rappresentanza di udinesi e pordenonesi nella nuova segreteria regionale. Ma le lettere anonime hanno rimesso tutto in discussione, tant’è che il congresso slitta e con esso la soluzione unitaria. Tra le ipotesi anche quella del commissariamento, una procedura che si sta realizzando anche in altre realtà in una Cisl sempre più scossa dai problemi interni.
Tolto il sassolino dalla scarpa, il segretario regionale conferma del resto l’utilità della verifica per far chiarezza “sulle rispettive doti” e aiutare così il percorso di regionalizzazione.
Nel merito dei rilievi Fania assicura l’esistenza di deliberazioni e registri, la rettifica delle poste in bilancio e l’unanimità della deliberazione relativa all’acquisto della nuova sede, scelta che giustifica illustrando nel dettaglio le precedenti spese per canoni di locazione (26 mila euro l’anno) e le trasferte che sommate risultano superiori al costo annuo del mutuo.
Quanto ai rimborsi, Fania prende atto delle segnalazioni, confermando di aver adeguato le modalità alle richieste della Confederazione. Risolta l’incompatibilità in seno al collegio dei sindaci e dei Probiviri, il segretario ne prende le difese, sia presenti che passate: “Riteniamo i sindaci - afferma - abbiano effettuato un lavoro proficuo e professionale”. In conclusione difende la “sua” Cisl, “divenuta la prima organizzazione sindacale in regione”.
Rivendica i risultati messi a segno dallo Ial, “il primo a livello regionale e nazionale”, dal sistema dei Caf che ha “performance straordinarie per fatturato e qualità”, dall’Inas “primo patronato in regione. Per queste ragioni sono fiero del lavoro svolto insieme a tutti i miei collaboratori - conclude Fania -. Il resto sono solo cose che non fanno bene al nome della Cisl”.
Quale resto? Per gli ispettori le inadempienze contestate: la cui regolarizzazione “non costituisce a nessun effetto sanatoria anche per le possibili verifiche e conseguenze da parte di organi esterni all’organizzazione” scrivono il 5 ottobre in risposta a Fania. Di più. “L’esistenza di diffuse situazioni di incompatibilità degli organismi di controllo pone seri interrogativi sulla legittimità degli atti compiuti da detti organismi”.
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