I talenti di Pordenone: «Il futuro non è qui»

Lo “sguardo” dei ragazzi premiati dalla Fondazione Zanolin. Ieri consegnate anche le borse di studio Mior-Brussa
Di Laura Venerus

«Pordenone è una città che ci va stretta». Lo pensano alcuni dei giovani neolaureati che ieri hanno ricevuto la borsa di studio Zanolin-Dametto per neolaureati all’università di Trieste. Quattro di loro sono venuti a farci visita in redazione: sono il futuro della nostra città e della nostra nazione e conoscere il loro punto di vista può rivelare molto sul futuro della nostra città e del nostro Paese.

I ragazzi che hanno inteso condividere con noi i loro progetti futuri, pur rimanendo profondamente legati alle loro radici e alla loro famiglia, non vedono soddisfatte le proprie aspettative di vita a Pordenone. E forse neanche in regione.

Luca Bomben, 24 anni, di Cordenons, Serena Martini, 22, di Domanins, Sara Dal Mas, 22, di Rauscedo, hanno conseguito la borsa di studio per la laurea triennale (rispettivamente in ingegneria civile, psicologia e scienze della comunicazione), Albi Kerbizi, 24, di Porcia, ha invece intrapreso, dopo la laurea, un percorso di dottorato all’università. E a Pordenone pensano non ci sia futuro.

«La mia intenzione è di proseguire la carriera nel mondo della ricerca e Pordenone non mi dà futuro in questo settore», dice Albi. Gli fa eco Sara: «Sono appassionata di tv e a Milano, dove sto facendo la magistrale, ho maggiori opportunità: ho fatto uno stage a Telepordenone e mi è servito molto questa esperienza in un’emittente locale per conoscere alcuni meccanismi della televisione». «Io mi trovo bene a vivere a Trieste: ora sto studiando psicologia dello sviluppo e intendo iniziare il tirocinio proprio a Trieste». Idem per Luca, maggiormente legato al suo paese d’origine perché milita nella squadra della 3S Cordenons come centrocampista. «Mi piacerebbe trovare un’occupazione a Pordenone, ma temo che nel mio settore, quello dell’ingegneria civile, non ci siano tante opportunità. Mio cugino, anch’egli ingegnere, vive e lavora a Dubai: lì ci sono molte prospettive».

Di Pordenone, che tutti comunque amano molto, promuovono a pieni voti la biblioteca. «Ma non c’è la possibilità di mangiare: dove si trova una mensa in città?».

Non tutti conoscono la casa dello studente, che risulta comunque un po’ fuori mano per chi ama studiare in biblioteca. «Ma qui gli studenti universitari come si divertono?».

Manca, insomma, un punto di aggregazione per gli studenti, sia che frequentino la sede dell’ateneo pordenonese, sia che studino altrove e trascorrano qualche periodo in città.

Pollice alto, ma con beneficio d’inventario, per le attività culturali, in primis Pordenonelegge «ma ci vorrebbero altre iniziative del genere». Mentre per il resto, semplicemente ignorano quel che succede in città, in quanto i loro interessi sono proiettati altrove.

Ieri pomeriggio, dunque, c’è stata nella sala consiliare del municipio la cerimonia di consegna delle borse di studio Zanolin-Dametto e Mior-Brussa. Per quanto riguarda i primi, sono stati premiati dieci studenti universitari che si sono laureati a Trieste (come da desiderio di Ottone Zanolin). Sette hanno conseguito la laurea triennale: Luca Bomben, Luca Cusin, Sara Dal Mas, Riccardo Gargiulo, Serena Martini, Andrea Rossit e Ginevra Martina Venier e tre la laurea magistrale, Albi Kerbizi, Nicola Mattia Narciso e Antonino Panarello.

Le borse di studio Mior -Brussa vengono attribuite a due studenti che sono iscritti, uno al primo anno di un qualsiasi corso di laurea e l’altro ad un corso dell’area scientifica fra ingegneria, fisica, chimica, matematica: la prima è stata assegnata a Gabriel Boni, la seconda ad Alberto Gerometta. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il rettore dell’università di Trieste Maurizio Fermeglia e il consigliere delegato Alessandro Basso.

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