«I soci delle cooperativa sono più a rischio» E la banca non dà il mutuo
la storia
A ottobre 2020 lei, una giovane pordenonese che lavora come educatrice a tempo indeterminato in una cooperativa, decide di comprare casa con il compagno. I genitori di lei, che hanno un reddito sicuro e delle proprietà, fanno da garanti. La giovane sceglie la filiale di Banca Intesa, in viale Grigoletti.
Le pratiche vanno avanti, per un paio di mesi, tra carte che vanno integrate settimana dopo settimana, come spesso accade, ma senza apparenti problemi. «A due settimane dal rogito, nel frattempo avevamo versato 15 mila euro al costruttore, in sede di preliminare, chiamiamo per sapere se la scadenza potesse essere rispettata – racconta F.M., la mamma della giovane –. Allora ci viene detto che il mutuo non era stato autorizzato. Arrabbiati e disperati, perché rischiavamo i soldi e la casa, ci siamo sentiti dire che il contratto di lavoro di mia figlia, socio lavoratore a tempo indeterminato in una delle più importanti cooperative della regione, aveva un alto profilo di rischio. Una cosa inaccettabile». La famiglia, «grazie solo alla correttezza del costruttore che ci ha dato il tempo di trovare un’altra banca», si è quindi rivolta alla Bcc «e in un mese abbiamo fatto tutto».
Ma la mamma della giovane non ha mollato: ha avviato un reclamo a Banca Intesa che, nella risposta, ha chiarito che «la tipologia del contratto socio-lavoratore viene considerato, ai soli fini creditizi, più rischioso. Tale elemento – si legge tuttavia – non è stato l’unico che ha portato la struttura competente della banca a non ravvisare i presupposti per la concessione del mutuo». La filiale della banca, contattata, conferma la linea e spiega che la prima analisi della domanda era stata ritenuta idonea «ma è solo l’organo centrale, deputato alla valutazione dei mutui, che si esprime su tutte le credenziali. Non diamo mai ai clienti la garanzia fino a quando non arriva l’autorizzazione».
Ma la famiglia sottolinea: «Come può fare un giovane oggi a comprare una casa se nemmeno un lavoro a tempo indeterminato e le garanzie offerte dalla famiglia sono sufficienti? Se non avessimo trovato persone attente e disponibili, mia figlia avrebbe perso la casa e il denaro». —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto