I reperti ritrovati in montagna nel museo della Grande Guerra

/ pontebba
Le montagne che circondano l’abitato di Pontebba, negli ultimi anni, hanno restituito migliaia di reperti della Grande Guerra. Un patrimonio che un gruppo di appassionati ha voluto valorizzare dando vita a un museo ricavato negli spazi del municipio di piazza Garibaldi. Dopo le difficoltà legate all’emergenza Covid, sabato la struttura espositiva riaprirà i battenti, arricchita da nuovi cimeli e da oggetti che forniscono uno spaccato di vita quotidiana dei soldati al fronte. A occuparsi della gestione del museo è l’associazione “Quello che le montagne restituiscono”, che si fa carico anche di accompagnare gli appassionati e le scolaresche nei luoghi della Grande Guerra. Tra gli oggetti esposti ci sono le “corazze Farina” con i relativi elmi, decine di scudi e protezioni per trincee, un lanciabombe “Thevenoth”, ma anche oggetti più piccoli come cappelli d’alpino ritrovati in alta montagna, due Feldkappen (berretti austriaci), elmetti Adrian e quattro Vaire (cappelli da bersagliere). Una delle sezioni della struttura è riservata alle ore trascorse in trincea: si possono ammirare scatolette di cibo, tazze, piatti e gavette oltre a centinaia di bottiglie di liquori, vino, birra, che spiccano per i loro colori variopinti. Ci sono anche centinaia di bottiglie di farmaci, fiale e oggetti legati alla sanità oltre a decine di scatole di grasso per scarpe e oggetti legati all’igiene personale (dentifrici, spazzolini, bottiglie di profumo). Non mancano le borracce italiane e austriache e le lettere scritte dai soldati alle famiglie.
«Nel 2020 abbiamo aggiunto decine di oggetti legati alla fede in trincea e realizzato il reparto dei fanti piumati, i bersaglieri – racconta Simone Del Negro –. Dal 2021 si è deciso di integrare l’esposizione con un migliaio di nuovi reperti, allestendo ben 12 nuove bacheche che, di fatto, chiudono l’esposizione della Grande Guerra. Questa importante mostra – aggiunge – vuole ricordare il sacrificio di migliaia di soldati e le sofferenze che gli abitati di Pontebba e Pontafel hanno dovuto sopportare. Questa guerra ha cambiato profondamente il destino della valle e non deve essere dimenticato». A partire da sabato i visitatori potranno scannerizzare con il telefonino un codice Qr vicino ad alcuni oggetti per scoprire le modalità con le quali sono stati riportati alla luce. «In più, sul nostro sito web – chiude Del Negro – abbiamo realizzato un elenco virtuale degli oggetti legati al vetro durante la guerra, utile da consultare per appassionati, collezionisti e scuole». —
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