I No Harlan: «Mai più animali come cavie»

SAN PIETRO AL NATISONE. «La notizia della chiusura della Envigo, ex Harlan Laboratories, laboratorio di produzione, allevamento e vendita di animali per la sperimentazione animale, con la conseguente drammatica ripercussione occupazionale, non ci sorprende per nulla». È questo il primo commento degli attivisti del No Harlan Group di Udine, gruppo che lotta contro l'ingiustizia, la violenza e gli abusi che subiscono gli animali.
«Oggi come non mai – continuano gli attivisti – questa crisi mette in luce il fallimento totale di tutte le attività produttiveche basano profitti e occupazione sulla sperimentazione animale, un metodo di ricercaobsoleto, inefficace e dannoso; una cattiva scienza».
«Investire sulle metodologie di ricerca sostitutive appare, quindi, una necessità prioritaria da un punto di vista etico, scientifico e per lo sviluppo economico - occupazionale di un territorio. Ormai le moderne tecnologie di ricerca prevedono l'uso di metodiche avanzate quali: chip microfluidici che simulano l'attività fisiologica di interi organi e sistemi , bioreattori multicomportamentali modulari, sistemi di colture cellulari in 3D a più camere interconnesse che permettono di riprodurre la complessità dell'organismo in vivo,metodologie in vitro e in silico in 3 D su tessuti umani e molto altro». «È evidente, quindi – conclude il gruppo No Harlan –, che ricercatori, gestori di aziende, rappresentanti politici e sindacali devono aprirsi mentalmente alla nuova ricerca bio-medica».
È proprio questa idea che sarà alla base di un convegno nazionale organizzato dal No Harlan Group e dalla Associazione I - Care Europe Onlus a Udine nell'autunno del 2016 riguardante la presentazione dei recenti risultati delle ricerche bio-mediche sostitutive alla sperimentazione animale.
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