I giovani parlamentari europei riuniti per quattro giorni in città

I 25 coordinatori dell’Eyp a Casa Zanussi discuteranno di ricerca e futuro Invitati ai lavori anche 85 studenti di nove scuole italiane di cui sei friulane

Sarà Pordenone e sarà l’Irse – Istituto regionale di studi europei – ad ospitare da mercoledì 19 a sabato 22 febbraio la prima sessione 2020 in Italia dello European Youth Parliament (Eyp), il Parlamento dei giovani europei, associazione internazionale che raggruppa e coordina 40 comitati nazionali che lavorano per la promozione dei valori del rispetto, del confronto e dell’autonomia di pensiero.

Ogni anno Eyp coinvolge oltre trentamila giovani cittadini europei in quasi 500 eventi in ogni angolo d’Europa, organizzati da oltre tremila giovani volontari: per tutti una grande opportunità, quella di arricchire il proprio bagaglio culturale e le capacità personali, ponendosi come momento di incontro e scambio per la creazione di un’Europa unita nel rispetto delle diversità.

All’Irse, nella sede a Casa Zanussi, per quattro giorni in sessioni mattutine (dalle 9 alle 13.30) e pomeridiane (dalle 15.30 alle 19) sarà dunque di scena la prima sessione regionale 2020 del Parlamento europeo giovani, che vedrà protagonisti 25 coordinatori provenienti da Polonia, Portogallo, Croazia, Serbia, Albania, Finlandia, Grecia, Romania, Turchia, Italia, con 85 studenti di 9 scuole italiane: sei con sede in Friuli Venezia Giulia, due in Veneto (Treviso e Vicenza) e una a Mantova. Lingua ufficiale per i lavori programmati dal 19 al 22 febbraio nelle aule e nell’auditorium di Casa Zanussi sarà naturalmente l’inglese.

L’evento si focalizzerà su temi di attualità e affronterà anche il rapporto tra progresso tecnologico e progresso umano e sociale, uno dei punti chiave delle giornate pordenonesi. Sabato 22, alle 10 in auditorium, apertura dei lavori assembleari con i saluti di Laura Zuzzi, presidente dell’Irse, e di Guglielmina Cucci, assessore alle politiche europee del Comune di Pordenone.

“Il progresso rispetta tutti noi?”, si legge in una prima presentazione della sessione pordenonese, realizzata grazie all’organizzazione volontaria di due studenti del liceo scientifico Grigoletti: Enrico Zonta e Giulia Bagatella, preparati dai loro insegnanti. “La tecnologia può compromettere in qualche modo alcuni aspetti della vita delle persone? Dovremmo come società tracciare dei limiti?”. E ancora: “Anche in questo territorio del nordest italiano, con molte aziende innovative noi giovani dobbiamo spingere a investire nella ricerca e coinvolgerci a tracciarne le motivazioni”. “Ci coinvolgeremo anche in temi della sicurezza energetica, della sicurezza del web, delle politiche di inclusione”. Interrogativi e linee guida che certamente prospettano un lavoro intenso e al tempo stesso appassionante. —

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