I dializzati: per noi un traguardo importante

Il presidente dell’Aned Leo Udina commenta l'apertura del polo per le malattie renali a Udine: risolta una situazione che penalizzava pazienti e medici

UDINE. «Per noi il polo nefrologico è un traguardo importante» a parlare è Leo Udina, presidente regionale dell’Associazione nazionale, emodializzati, dialisi e trapianto –. Avevamo segnalato quanto fossero penalizzanti per i pazienti, come del resto per i medici e per tutto il personale sanitario, i continui pellegrinaggi fra la Casa della Dialisi e la Nefrologia, che comportava anche un dispendio di tempi. Ci voleva una buona mezz’ora per trasportare un paziente attraverso i sotterranei da un punto all’altro».

Il direttore generale Mauro Delendi si è impegnato a trovare una soluzione al problema e a organizzare il trasloco della Nefrologia, una riorganizzazione che era stata programmata per gennaio 2017, ma che è stata realizzata in anticipo sui tempi.

«Dobbiamo dare atto al direttore Delendi di essere stato un uomo di parola e di aver dato ascolto alle richieste giunte dai tanti pazienti che usufruiscono del servizio al Santa Maria della Misericordia».

Sono oltre tremila i malati in provincia di Udine, per loro avere un polo assistenziale unico è importante.

Lunga la storia delle battaglie condotte dai dializzati della provincia di Udine, in primis di Antonio De Vita, storico segretario dell’Aned, protagonista di tante battaglie per avere il centro, assieme a Mario Camatta e ad Antonio Gobetti.

De Vita è morto nel dicembre 2013, il giorno successivo al sopralluogo che i rappresentanti dell’Aned fecero alla Casa della dialisi assieme al direttore generale Delendi, al direttore della Nefrologia e Dialisi Domenico Montanaro e alla contessa Frangipane vedova dell’ingegner Morelli de Rossi grazie al cui lascito è sorta la palazzina.(a.c.)

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