I 30 anni del King’s Arm da bar di quartiere a pub in stile londinese

Fabio Oliva cominciò l’avventura rilevando il vecchio “Caffè Tropical” Poi arrivarono i fratelli e ci fu la rivoluzione: solo birra, whisky e rum 

LA STORIA

Bruno Oliveti

Quando Fabio Oliva prese il coraggio a due mani e si indebitò per rilevarlo dall’allora gestrice Maria Babuin, si chiamava “Caffè Tropical”. Era il 1986 e lui aveva solo 21 anni. Nel baretto di periferia in piazzale San Lorenzo c’erano ancora i videogame. L’attività funzionava, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che tre anni dopo quel piccolo locale si sarebbe trasformato in un vero e proprio punto di riferimento per gli amanti di birra, whisky e rum dell’intera provincia.

Già, perché il buon Fabio, che nel frattempo era stato affiancato dal fratello Giuseppe, il 12 febbraio 1989 inaugurò il mitico King’s Arm pub, che oggi festeggia con orgoglio i trent’anni di vita. Sei lustri durante i quali la birreria di Roraigrande è cresciuta assieme a generazioni di pordenonesi. E oggi è ancora uno dei locali più frequentati dalla città. Via i giochi elettronici, via il vino e il caffè, via i vecchi arredi per lasciare spazio a una boiserie british. Una altro atto di coraggio, altri debiti per i fratelli Oliva, una rivoluzione per assecondare la loro grande passione. Non più aperture mattutine, su le serrande alle 5 del pomeriggio, chiusura a notte fonda. E poco tempo dopo, anticiparono i tempi della legge antifumo, via anche le sigarette, tra lo sconcerto di numerosi avventori, che poi però apprezzarono. Idea vincente: in breve tempo il King’s diventò un luogo di ritrovo irrinunciabile per giovani e meno giovani, che arrivavano un po’ da tutto il territorio per degustare la grande varietà di birre e liquori provenienti da tutto il mondo, proposta dal “Braccio del re”.

Oggi i tre fratelli Oliva – nel ’99 si aggiunse pure Stefano, completando la famiglia dietro il bancone – festeggiano con orgoglio l’importante ricorrenza. Attesi, al consueto orario di apertura, il sindaco Alessandro Ciriani, il nuovo parroco di Roraigrande don Flavio Martin, i fornitori di vecchia data e alcuni rappresentanti della comunità di Rorai, per un brindisi augurale. Ma sarà soltanto il primo di una serie di eventi che tra marzo e aprile porterà al “King’s” alcuni tra più famosi birrai internazionali (le iniziative saranno di volta in volta annunciate sulla pagina Facebook del locale) e che culmineranno tra settembre e ottobre con una grande festa dedicata alle migliaia di clienti di tutti questi anni.

«Chissà se siamo già riusciti a spinare la nostra milionesima pinta – afferma Fabio Oliva –, forse sì, dovrei fare un calcolo piuttosto difficile. Questo tempo è volato, e ciò capita quando in un posto ci si sta bene. Io e i miei fratelli nel nostro pub siamo come a casa. E si sentono così anche i nostri clienti. Da noi, da trent’anni, si degusta in buona compagnia, si chiacchiera tra amici. Nessuno esce mai ubriaco, la musica è solo un sottofondo, la gente apprezza l’atmosfera che si respira tra i nostri tavoli».

Il nome ricorda quello di un vecchio pub londinese, e all’interno del locale la sensazione è proprio quella di trovarsi in una birreria d’Oltremanica. «Ho sempre pensato – racconta ancora il gestore – che non avrei mai potuto vendere qualcosa che non piacesse a me. Per questo motivo tutte le birre, i whisky e i rum li abbiamo sempre testati personalmente prima di proporli ai clienti. Anche questa per noi è cultura. La cultura del bere bene». —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto