I 100 siti geologici di interesse mondiale: c’è anche la frana del monte Toc che causò la tragedia del Vajont

L’attestato assegnato dal più importante organismo di studiosi del mondo. Parla il sindaco di Erto e Casso: un nuovo riconoscimento del valore storico

Fabiano Filippin
Due donne in lacrime sulla frana del monte Toc qualche giorno dopo la tragedia che sconvolse la val Vajont
Due donne in lacrime sulla frana del monte Toc qualche giorno dopo la tragedia che sconvolse la val Vajont

ERTO E CASSO. Nuovo riconoscimento internazionale per il Vajont dopo la tutela da parte delle Nazioni Unite: la frana del monte Toc è stata infatti inclusa tra i primi 100 siti geologici di interesse mondiale da parte della “International union of geological science”. Si tratta dell’associazione che raggruppa gli esperti del settore del pianeta, condividendo ogni informazione utile raccolta sul campo.

La notizia è stata ufficializzata in queste ore ai Comuni di Erto e Casso e Longarone e alle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto. A annunciare l’evento è stato Mario Soldati, il presidente della società nazionale di geografia fisica e geomorfologia, docente all’università di Modena.

Il 9 ottobre
Vajont, l’omaggio di Mattarella alle vittime

L’iter si è concluso solo dopo un’accurata istruttoria selettiva da parte di trenta valutatori che hanno analizzato oltre 180 luoghi sparsi in 56 Paesi. L’inserimento dei detriti del Toc tra i siti più significativi apre ovviamente le porte a un’altra serie di iniziative nel nome del Vajont.

Dagli stage degli atenei ai convegni passando per forme di turismo intelligente, sono infatti molteplici le possibilità di sviluppo del territorio che derivano dalla decisione dei massimi esperti della materia. «Siamo ancor più contenti per questa ennesima attestazione del valore storico della tragedia – ha commentato il sindaco di Erto e Casso e presidente del Parco naturale delle Dolomiti friulane Fernando Carrara –. Tra poche settimane in valle si terranno le cerimonie per il 60º anniversario della sciagura. Ottenere un marchio internazionale che va a aggiungersi a quelli già esistenti non fa che vincolare positivamente il futuro di queste terre: nessuno un domani potrà negare quanto accadde la notte del 9 ottobre 1963 o cercare di minimizzarlo».

la proclamazione
Gli atti sul Vajont nel registro dell’Unesco

Sulla stessa linea d’onda il primo cittadino di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin. «Siamo soddisfatti perché non solo la politica e le istituzioni ma anche i professionisti certificano nero su bianco la portata immane della catastrofe e i suoi effetti sull’ecosistema», ha detto da parte sua Padrin, che è pure a capo della fondazione Vajont.

La frana del monte Toc «rappresenta un monito rivolto agli uomini perché non sottovalutino la Natura e il riconoscimento delle ultime ore è un segnale che va proprio in questo senso» ha osservato infine l’assessore all’ambiente della Regione Fvg, Fabio Scoccimarro.

il reportage
Viaggio nelle memorie della tragedia: tra la diga e la frana, il tempo è rimasto sospeso

La candidatura internazionale dell’immensa porzione di rilievo collassata ai piedi della diga di Erto e Casso è stata avanzata mesi fa da una commissione di esperti della International association of geomorphologist. Il gruppo di componenti dello Iag ha trovato sostegno e impulso nei colleghi dell’ateneo di Modena e Reggio Emilia e dell’Istituto di protezione idrogeologica di Padova che fa capo al Consiglio nazionale delle ricerche.

In particolare è stato valutato l’impatto avuto dal crollo sul paesaggio: è quasi impossibile che un fatto storico modifichi il panorama in pochi secondi, come invece avvenuto sessanta anni fa quando la valle venne riempita da quasi 300 milioni di metri cubi di inerti.

Certamente si discuterà anche di questo a Longarone il prossimo ottobre quando, nell’imminenza delle commemorazioni vere e proprie, la cittadina bellunese ospiterà una delegazione mondiale di geologi. Si tratterà di una delle maggiori riunioni di accademici mai tenutasi prima d’ora in Italia. All’aspetto morale e di ricordo si affianca quindi la concretezza dello studio per evitare il ripetersi di tragedie analoghe. —

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto