I 100 anni di Bianca tra cruciverba e musica lirica

bagnaria arsa

Ha festeggiato ieri cent’anni Bianca Peloi di Sevegliano. A celebrare il raggiungimento di questo splendido traguardo la torta di compleanno, gli auguri dei familiari, ma anche la visita del sindaco Cristiano Tiussi che le ha consegnato un mazzo di rose bianche e una pergamena con l’abbraccio della comunità.

Nata il 29 aprile 1920 ad Aiello del Friuli in una famiglia di piccoli proprietari terrieri, terza di undici fratelli, Bianca vive a Sevegliano dal 1942, quando a 22 anni sposa Amelio Scozziero. Erano gli anni in cui le vite erano sconvolte dalla seconda guerra mondiale. Amelio non era partito con indosso la divisa in quanto lavorava come manutentore di aerei militari a Monfalcone. Ma nella loro famiglia non mancarono lutti e preoccupazioni. Degli undici fratelli Peloi, quattro partirono in guerra e uno morì di stenti nel campo di Bergen Belsen dove fu portato dopo l’8 settembre.

Dal matrimonio tra Amelio e Bianca nacquero i figli Giorgio e Grazia. Casalinga, Bianca si è dedicata per tutta la vita alla cura della famiglia. Attualmente gli acciacchi dell’età si fanno naturalmente sentire, ma la signora più anziana del Comune di Bagnaria Arsa è lucidissima e autosufficiente. Ama cucinare e ancora tra i suoi piatti più apprezzati si annoverano trippe, baccalà, coniglio. Quasi quotidianamente si fa la sua breve passeggiata in giardino e poi segue con interesse le notizie alla televisione. Si tiene informata sul coronavirus e il suo evolversi, ma quando lo sente paragonare alla guerra, non ha dubbi. «La guerra è tutta un’altra cosa», dice. Tra le sue passioni i cruciverba. «Ogni settimana – racconta la figlia Grazia – si fa recapitare la Settimana enigmistica. E poi si dedica alle parole crociate, scegliendo pure le più difficili. Certo non le riesce a completare per intero, ma quelle più facili non le piacciono». La musica lirica è l’altro suo amore che condivideva con il marito e tuttora Bianca guarda in videocassetta le opere preferite. —

M.D.M.

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto