Ha sconfitto il tumore al seno ora lo racconta con le foto

TAVAGNACCO. «Una tetta ha cercato di uccidermi». La frase, quasi sussurrata, diventa in un secondo una risata fragorosa. Strano modo per definire il tumore al seno. Una miscela di ironia, coraggio e sicurezza.
Fa sorridere, in effetti. Il seno “killer”, non ha raggiunto l’obiettivo, ma le ha stravolto la vita. Ha reso Simonetta Menta, 49 anni di Udine, straordinariamente bella. Viva. Una bellezza che non si nutre solo di occhi celesti e di una bocca perfetta.
Ha a che vedere con l’identità. Quella persa e poi ritrovata. Sentirsi belle dopo aver sconfitto un tumore al seno si può. Nasce da qui il progetto fotografico “After the cancer”, ideato da Simonetta e pronto a diventare un calendario della Lilt e in futuro, chissà, anche una mostra. «Il tumore ti toglie l’identità, ti vedi brutta e gonfia, non ti riconosci più – racconta Simonetta, che lavora nell’ufficio Suap dell’Uti Friuli centrale, divisa tra Tavagnacco e Udine –. Non è così: ma c’è bisogno di qualcuno che ti dica che sei ancora affascinante».
Per capire la donna di oggi bisogna tornare al 7 marzo 2011. Il “mascalzone”, così lo chiama, le ha fatto visita quando la sua vita «stava funzionando benissimo. Ero una mamma e una podista, mi stavo allenando per la Coppa Friuli. Mi sono accorta di avere un tumore al seno per caso, perché ho fatto una mammografia. Un controllo come tanti».
È stata la prevenzione a salvarle la vita. La diagnosi è stata “una mazzata”. Innterventi, radioterapia, chemioterapia: nulla l’ha abbattuta. Nemmeno la perdita dei capelli, che «non volevano saperne di cadere». Un giorno, mentre guardava il Giro d’Italia, si è accorta che quel momento era arrivato. Ha deciso di rasarsi e di condividere con tutti il suo vissuto. «Ho pubblicato su facebook uno scatto di Demi Moore in “Soldato Jane”. Ho dato così la possibilità alle persone di starmi vicino, faceva bene a loro e a me». Il 7 marzo 2012 tutto si è concluso.
Un anno di malattia e di...fotografie. «Ho cominciato a guardare il lavoro degli altri e mi sono chiesta perché non provarci». Da qui, il progetto. «Loredana Bensa, mia amica e fotografa, mi ha scattato alcune foto per gioco. Sono rimasta stupita della mia bellezza: in quel momento ho capito la portata straordinaria della fotografia». Come dire: se ti vedi con gli occhi degli altri ti accorgerai finalmente di quanto sei bella. Allora ha cominciato a scattare, Simonetta.
Ad amiche, a donne conosciute all’ospedale, durante o dopo il suo percorso. «Quest’estate abbiamo lavorato a un calendario per la Lilt – svela – ma il progetto è aperto, voglio fotografare tante donne. Poi un giorno mi piacerebbe esporre tutte gli scatti».
Se una donna ha un passato oncologico, l’ha superato e vuole farsi fotografare, Simonetta è a disposizione. Cercatela su facebook, la riconoscerete: viso radioso e una scritta sul braccio. “life”.
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