Gruppo Santarossa, c’è il concordato

Depositate le richieste “con riserva” sia per il mobilificio di Prata che per la Contract di Caneva. In ballo quasi 400 occupati

Ciò che i lavoratori temevano, è avvenuto: lo storico gruppo Santarossa, attraverso lo studio legale Casucci, ha depositato in tribunale la richiesta di concordato preventivo “in bianco”, ovvero con riserva di depositare, entro i successivi 60 giorni, un progetto complessivo di rilancio attraverso il concordato preventivo. Molto probabilmente le istanze verranno esaminate dai giudici la prossima settimana.

L’imprenditore Mario Santarossa ha depositato istanza di concordato con riserva sia per la Santarossa spa di Prata sia per la Santarossa contract srl di Caneva; della prima è presidente del consiglio di amministrazione, della seconda amministratore unico.

Il concordato in bianco è il ricorso che viene presentato al tribunale dove si esprime la volontà di presentare una proposta e un piano ai creditori, ma riservandosi di depositare i documenti e la attestazione entro i successivi due mesi. Il debitore entro tale termine può valutare e negoziare il piano, eventualmente anche convertendolo in un accordo di ristrutturazione dei debiti. L’effetto immediato è il blocco delle azioni dei creditori.

I lavoratori del gruppo Santarossa, circa 400, erano stati informati la scorsa settimana, durante un’assemblea alla quale non aveva preso parte la proprietà. Il ramo contract (quello che ha sede legale a Caneva e che lavora per la fornitura di arredo delle navi) sarà ora gestito tramite affitto d’azienda da una società esterna, controllata dalla Fincantieri, con la quale il legame non è nuovo, la Marine Interiors spa.

La Newco si è impegnata a un contratto d’affitto – operativo i primi di settembre – per 30 mesi e ad impiegare tutti i 93 lavoratori della Santarossa contract: 80 a tempo indeterminato, gli altri a termine. Resta invece un’incognita il futuro del mobilificio, anche se la ripresa del lavoro al rientro dalle ferie è stata garantita.

«In un incontro con la famiglia Santarossa – spiega Simonetta Chiaratto, referente provinciale della Fillea Cgil – i proprietari hanno garantito il fatto che stanno cercando soluzioni per dare continuità all’impresa. L’impegno è stato espresso con chiarezza per cui siamo fiduciosi. Ci rivedremo il 5 di settembre per capire meglio la situazione a oggi e le prospettive».

A temere di più, al momento, sono gli oltre 250 dipendenti del mobilificio di Villotta (cuore e nucleo storico dell’azienda) e naturalmente le aziende dell’indotto che sono circa una cinquantina per cui i posti di lavoro in ballo sono molti di più. Il gruppo Santarossa è da sempre un punto di riferimento per il settore legno arredo della provincia ed è ancora esempio di quel capitalismo familiare che è alla base del modello imprenditoriale che ha permesso la crescita dell’impero del mobile. Ecco perché la famiglia, al pari del sindacato, è impegnata in prima linea nel cercare di rilanciare un’impresa intergenerazionale.

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