Griffe false, scoperto l’outlet parallelo

Una sorta di outlet parallelo dove venivano smerciati capi d’abbigliamento di griffe prestigiose. Contatti, passaparola, incontri diretti con i clienti al dettaglio per provare la merce e perfezionare gli acquisti. Uno shopping che avveniva però totalmente in barba al fisco anche e soprattutto per un motivo molto semplice: tutti i capi d’abbigliamento, dai giubbotti ai maglioni passando per i pantaloni, erano delle riproduzioni. Articoli contraffatti con particolare abilità, quasi indistinguibili dagli originali.
Ecco lo scenario emerso grazie a un’indagine della Guardia di Finanza di Pordenone al comando del colonnello Stefano Commentucci, comandante provinciale delle Fiamme gialle. Una rete di acquirenti italiani, a Pordenone e provincia, che faceva shopping acquistando capi d’abbigliamento da due cittadini marocchini residenti uno in provincia di Pordenone e l’altro nel Trevigiano, risultati avere dei precedenti. I due prendevano gli ordinativi e si occupavano anche di “immagazzinare” la merce.
Sorprendente è risultata la vastità del giro di clientela. Erano tanti i pordenonesi interessati alla proposta di questi capi d’abbigliamento d’ “alta contraffazione”. Marchi top come Gucci, Moncler, Woolrich, Fred Perry, potevano essere così indossati ed esibiti, come “status symbol”. Chi li indossava era di solito consapevole che si trattasse di falsi ma riteneva che ne valesse la pena: pagare una “replica” a un prezzo ovviamente ben inferiore all’originale, potendo poi comunque indossare giubbotti, maglioni o jeans con griffe di prestigio che all’occhio altrui sarebbero apparsi originali. Da sottolineare che questo fenomeno è diffusissimo in Italia, e genera un’economia sommersa di decine di milioni di euro. Di solito la merce viene prodotta in Paesi come Cina o Ungheria e poi importata. Rispetto agli acquisti on line, questo tipo di vendite parallele “de visu” offre il vantaggio di poter vedere e provare la merce prima dell’acquisto.
L’indagine ha portato le pattuglie del Nucleo di Polizia Tributaria e della Compagnia di Pordenone a intercettare in due distinti interventi i cittadini marocchini alla guida delle rispettive auto all’interno delle quali sono stati trovati i primi abiti contraffatti. Uno è stato fermato a Sacile, l’altro a Pasiano.
Le successive perquisizioni domiciliari, su autorizzazione della Procura, hanno permesso di rinvenire e sequestrare numerosi capi di abbigliamento con marchi falsi. Si tratta di un centinaio di pezzi, tra giubbotti, pantaloni, e maglioni. I brand riprodotti sono Colmar, Harmont, Roy Rogers, Gucci, Fred Perry, Woolrich, Moncler, Jeckerson, Burberry, Tommy Hilfiger. La qualità di riproduzione era come detto particolarmente elevata, tali da renderli molto concorrenziali, specie nel prezzo, a quelli originali. I due marocchini sono stati quindi denunciati per contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno (o di prodotti) e per ricettazione. A tal proposito, c’è da ricordare che se si compra un prodotto contraffatto non si rischia solo una sanzione amministrativa ma anche l’accusa di ricettazione.
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