Gradisca, Chochofest in centro non piace a tutti

GRADISCA
L’edizione numero 14 di Chocofest va in archivio e il “day after” è dedicato ai primi bilanci. La risposta del pubblico, accorso a frotte sia sabato che domenica, fa sorridere gli organizzatori, che hanno beneficiato di un fine settimana finalmente soleggiato, dopo i dispettosi temporali che hanno guastato il gran finale dell’edizione 2010 e la notte bianca di giugno. «La sfida dello spostamento nel centro storico è stata vinta – afferma Lucio Vittor di “Fusi per il cioccolato” – nonostante le mille difficoltà logistiche. Persino i cioccolatieri hanno riscontrato un aumento d’affari del 30% rispetto alle feste analoghe promosse nelle città “concorrenti”, quindi Gradisca si conferma la capitale del cioccolato. Merito anche di un ritocco verso il basso dei prezzi, ma anche degli eventi collaterali».
Soddisfazione anche nelle parole del sindaco Franco Tommasini: «E’ arrivata gente da tutta la regione, ma anche dall’Austria e dalla Slovenia, merito anche dell’ampia visibilità ottenuta sui media. Chocofest è una manifestazione molto conosciuta, anche se credo che la formula possa essere migliorata. Non è tutto oro quello che luccica». Il primo cittadino si conferma molto schietto: non tutta la cioccolata, infatti, è dolce. C’è anche quella amara. Ieri, ad esempio, l’area pedonale del centro storico offriva uno spettacolo indecoroso: troppa sporcizia, mozziconi sparsi ovunque sulla delicata pietra bianca. C’è poi il solito malcontento serpeggiante fra i commercianti della via Dante, a loro dire poco coinvolta. «Lasciamo perdere i pettegolezzi di cortile – taglia corto Vittor – perchè Chocofest ha portato tanta gente nel centro storico, se qualcuno non ci ha creduto e ha tenuto le serrande abbassate, non possiamo farci niente. Di questi tempi solo se siamo uniti si ottengono risultati».
Flash sui possibili correttivi auspicati dal sindaco: «Possiamo migliorare negli allestimenti o portando professionisti del settore – chiosa Vittor - ma servono risorse che non abbiamo. Forse bisognerebbe discutere se vale davvero la pena restare nel centro storico o tornare nella spianata, dove ci sono meno problemi sia per allestire le strutture, sia per i piani di sicurezza». E chissà che il futuro non riservi un ritorno al passato.
Giuseppe Pisano
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