Goriziano fra gli angeli custodi di Obama

Andrea Esposito, 38 anni, ha fatto parte della task force che vigilava sul presidente Usa
«Una persona davvero straordinaria, comunicativa, solare, semplicissima e assolutamente carismatica. Non c’è nulla di costruito in lui»: è così che il “basco verde” goriziano Andrea Esposito descrive il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con il quale è vissuto a gomito a gomito per tre giorni, durante il G8 che si è svolto all’Aquila.


Un’esperienza eccezionale che l’appuntato ha raccontato al Messaggero Veneto. Esposito ha fatto parte, assieme a un collega di Udine, Pier Paolo Marino, della task force che vigilava sulla sicurezza del presidente Obama durante il vertice mondiale. Unici italiani nel gruppo della scorta americana sono stati scelti per l’esperienza e l’alta professionalità, caratteristiche di questo corpo specializzato, presente a Gorizia e di cui pochi conoscono l’esistenza.


Genovese d’origine, 38 anni, Andrea Esposito è sposato con una goriziana, Tanja Bigatton, con cui ha avuto due bimbe, ed è residente a Cervignano. Fa parte della sezione operativa pronto impiego della compagnia della Guardia di finanza di Gorizia, guidata dal capitano Riccardo Zorzut, sezione dove ci si specializza anche in antiterrorismo, preparando le persone a proteggere gli “obiettivi ad alto rischio”, come il presidente Obama e che è presente con i suoi uomini in ogni manifestazione internazionale dove ci sono personalità di altissimo rango, come appunto al G8 dell’Aquila, ma anche a quello di Trieste.


«Il fatto che, per la squadra che doveva vigilare sulla sicurezza del presidente Obama, sia stato scelto un uomo della nostra sezione è ulteriore motivo di vanto e orgoglio – rimarca il comandante provinciale della Gdf, colonnello Michele Pallini –, perché ciò significa che la preparazione e la professionalità dei “baschi verdi” non hanno nulla da invidiare a quelle degli altri corpi speciali».


Andrea Esposito è alto, atletico e avvenente, in perfetto stile Obama, ma dietro quest’immagine, quasi patinata, si cela, così come in tutti i suoi colleghi, un professionista di altissimo livello: ha partecipato a corsi intensissimi e durissimi «che ti formano in modo tale che, in qualunque situazione, devi essere in grado di trovare una via d’uscita, anche se a pochi passi da te è scoppiata una bomba.


Con i colleghi americani della scorta ci siamo integrati immediatamente – racconta – e, insieme, abbiamo seguìto il presidente Obama praticamente 24 ore su 24, dormendo al massimo tre-quattro ore per notte». Non è stato un compito semplice, visto che «eravamo di scorta all’uomo più importante del mondo e l’adrenalina era sempre a mille. Lo abbiamo seguìto sempre e il momento, diciamo, in cui si è respirata la maggior tensione è stato quello in cui, uscendo dalla palazzina dove alloggiava, vestito di tutto punto, improvvisamente si è tolto la giacca e si è messo a giocare a basket con il suo staff.


E gioca pure bene». La straordinaria umanità di Obama ha senz’altro colpito il “basco verde”: «Salutava sempre con un largo sorriso gli uomini della scorta – afferma – e, alla fine, ha ringraziato tutti, stringendo la mano anche al comandante italiano, il collega udinese, per esprimere il suo personale apprezzamento per il lavoro che avevamo svolto».


Non è la prima volta, però, che Andrea Esposito esegue un compito impegnativo, visto che si è fatto le ossa, assieme ad altri colleghi, in ambienti altrettanto pericolosi, anche se in modo diverso, avendo fatto parte anche delle scorte di magistrati in Sicilia.

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