Gli sloveni guardano a destra Terpin: «È più aperta del Pd»

L’esponente della Slovenska skupnost scompagina gli schemi dopo le elezioni: «C’è una realtà post-ideologica e senza pregiudizi, che trovo nel centrosinistra»
Bumbaca Gorizia 05_03_2018 conf stampa Pettarin elezioni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 05_03_2018 conf stampa Pettarin elezioni © Fotografia di Pierluigi Bumbaca



«Le ideologie ormai fanno ridere, e la comunità slovena, con le sue rappresentanze politiche, deve guardare a chi le dà più garanzie, maggiori aperture e possibilità». Così l’avvocato Damijan Terpin, storica “anima” dell’Unione slovena, la Slovenska skupnost, fotografa la nuova realtà della politica locale (ma non soltanto) anche alla luce di quanto detto dalle ultime elezioni europee e comunali.

Una realtà nella quale i due classici blocchi contrapposti, a destra e a sinistra, non sono più riferimenti imprescindibili. Così ad esempio, se la senatrice del Partito democratico Tatjana Rojc, aveva criticato duramente la scelta della Ssk di allearsi con la Lega a Savogna d’Isonzo (con la nuova lista civica a sostegno di Julijan Cavdek, poi sconfitto dal candidato di Unità cittadina Luca Pisk), Terpin ha applaudito con un post particolarmente diretto su Twitter la scelta del deputato di Forza Italia Guido Germano Pettarin di depositare la proposta di legge per il seggio garantito per i rappresentanti della comunità slovena nello Statuto del Friuli Venezia Giulia, sottolineando invece come la stessa Rojc (e dunque il Pd) non abbia «ancora battuto un colpo».

«Per questo certe critiche alla Slovenska skupnost per le sue scelte e le sue alleanze sono irricevibili – spiega Terpin -. Ormai non ci sono più destra e sinistra, così come non ci sono più i pregiudizi verso gli sloveni, se non quelli di figure per così dire folkloristiche, che non mi preoccupano. Ci sono invece i fatti concreti. E la sinistra ha già fatto capire chiaramente che battersi ad esempio per il seggio garantito per gli sloveni non interessa. Il motivo è semplice: i partiti di centrosinistra, Pd in primis, sanno benissimo che perderebbero i voti della minoranza, qualora la Slovenska skupnost, o chi per lei, non fosse più chiamata a stringere necessariamente alleanze».

Sul fronte opposto, invece, «prendo atto che esponenti di centrodestra hanno assunto posizioni differenti rispetto al passato, con un gesto di buona volontà – aggiunge Terpin -. Chiaro che poi anche loro hanno degli interessi, ma ciò che conta è che non vi sono più i pregiudizi del passato: e per questo dire che non si può dialogare o stringere alleanze con la Lega o Forza Italia solo perché sono forze di centrodestra è una stupidaggine». Esattamente quel che è successo poi alle ultime elezioni comunali, e che pare poter essere un qualcosa di sempre più consueto, anche in futuro, nel panorama dei nuovi schieramenti senza più riferimenti precisi. «Una situazione nella quale a mio parere dobbiamo avere la capacità di essere equidistanti dai due poli storici – conclude Terpin -, che per fortuna non sono più bloccati nelle posizioni del passato. E anzi in questo preciso momento paradossalmente le chiusure maggiori nei nostri confronti arrivano proprio dal centrosinistra». —



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