Gli architetti: «Non si può stravolgere così la piazza»
«Osare sì, ma non stravolgere». Perché i nuovi spazi messi a disposizione dal Comune per rilanciare l’economia dopo il lockdown «sono una grande opportunità che non va sprecata».
E allora ecco che dal presidente dell’ordine degli architetti, Paolo Bon arriva un invito a disegnare il nuovo centro del capoluogo friulano sulla base di «un progetto che non sia solo una soluzione temporanea ma abbia una visione di insieme e una prospettiva di sviluppo».
Tutti elementi che non sembrano appartenere, a giudizio di Bon, alla proposta progettuale che Confcommercio ha avanzato nei giorni scorsi al Comune. Proposta che l’architetto e dirigente di Confcommercio, Fabio Passon ha sottoposto all’attenzione delle Belle arti che hanno condizionato l’eventuale via libera all’adozione di alcuni correttivi.
L’idea di Passon si basava sulla divisione del plateatico in due settori specifici: il primo definito da un tappeto rosso (che la soprintendente Simonetta Bonomi ha chiesto di eliminare lasciando la pietra a vista non ritenendolo coerente con la tipologia della piazza, storica e monumentale) inserito sul selciato dal versante della chiesa di San Giacomo alla parte opposta; il secondo da un manto erboso sul quale sistemare tavolini e sedie, alberi e cespugli che delimitano gli esercizi ospitati nella piazza. In questo modo si intende preservare lo spazio centrale come «luogo di aggregazione dove svolgere eventi musicali e teatrali contingentati mentre le ali laterali saranno utilizzate a servizio di bar e ristoranti». Una soluzione che le Belle arti ritengono percorribile solo in virtù del fatto che si tratta di una trasformazione temporanea: «La normativa attuale, per favorire il rilancio dell’economia dopo la chiusura imposta dall’emergenza sanitaria, consente una certa libertà negli allargamenti dei plateatici e anche noi siamo chiamati a un ruolo di facilitatori tenendo presente che stiamo parlando di un ampliamento eccezionale e temporaneo. Non ci sarà quindi alcuna trasformazione definitiva - chiarisce Bonomi -, ma una soluzione temporanea che potrà protrarsi al massimo fino al 31 ottobre. Dopo la piazza tornerà al suo aspetto originale».
No al tappeto rosso quindi, sì all’utilizzo di alcune piante per delimitare gli spazi a patto però di non intaccare i coni prospettici della fontana, della colonna e della chiesa.
Dal sindaco, Pietro Fontanini poi è arrivato lo stop agli alberi di grandi dimensioni: «Piazza San Giacomo non è un bosco» e l’invito a prevedere la sistemazione di ombrelloni, indispensabili per rendere fruibili gli spazi all’aperto. Sulla base di queste indicazioni lo studio Dair nei prossimi giorni predisporrà un progetto che dovrà ricevere il via libera ufficiale della Soprintendenza e dovrà raccogliere le adesioni dei commercianti, chiamati a investire per l’acquisto di sedie, tavoli e ombrelloni tutti uguali.
Secondo il presidente dell’ordine degli architetti però quelle modifiche da sole non bastano. «Penso sia giusto mettere a disposizione degli spazi urbani per promuovere la socialità, ma è importante che siano riempiti sulla base di un progetto complessivo basato su uno sguardo d’insieme. Altrimenti - ammonisce Bon - c’è il rischio di perdere una grande occasione». Senza entrare nel merito dell’idea di Confcommercio, Bon evidenzia che «piazza San Giacomo non può essere stravolta con l’inserimento di alberi essendo uno spazio pensato per le persone e i monumenti, fermo restando il fatto che l’utilizzo del verde anche in città è una risorsa importante». L’invito che arriva dagli architetti quindi è quello di «osare senza stravolgere sulla base di una visione d’insieme che abbia una prospettiva».
Nel corso del tavolo sulla mobilità, prima ancora dell’emergenza sanitaria, l’ordine degli architetti aveva proposto al Comune diverse idee come base per un confronto fra i portatori di interesse che prevedevano di ridisegnare lo spazio pubblico. Tra queste l’eliminazione dei parcheggi a raso in piazza Primo maggio per farne il cuore verde della città, la ridefinizione di piazza Duomo come luogo della memoria religiosa ricorrendo all’uso del verde, la conversione di largo Ospedale vecchio in polo culturale con la pedonalizzazione del tratto finale e arredi multifunzione, la valorizzazione di piazzetta del Pozzo come luogo di socializzazione ampliando l’area verde, la necessità di riqualificare piazza San Cristoforo. I vicoli Sillio e Caiselli invece potrebbero diventare uno dei poli della movida, mentre in piazza Garibaldi, polo scolastico del centro, andrebbero ricavati luoghi “calmi” per gli studenti e in piazza XX settembre le barriere (fioriere o panettoni) andrebbero riposizionate per eliminare il traffico parassitario. Importante poi offrire un’alternativa competitiva all’utilizzo dell’automobile, rendendo comodi e convenienti le modalità di spostamento a basso impatto (pedoni, bici, mezzi pubblici) con l’obiettivo di incrementare anche il potenziale turistico della città. «Tutte idee sulle quali - assicura Bon - siamo pronti a confrontarci». —
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