Giovane accoltellò un cinquantenne per gelosia a Udine: chiesta una pena di quasi 4 anni

Un 26enne italiano aveva colpito più volte un uomo di origine venezuelana durante una colluttazione sfociata in via Roma, in Borgo stazione per questioni sentimentali legate a una donna: l’aggressione risale allo stesso giorno del pugno mortale sferrato a Tominaga

Alessandro Cesare
Un’auto della polizia intervenuta nel quartiere delle magnolie, a Udine
Un’auto della polizia intervenuta nel quartiere delle magnolie, a Udine

Il 22 giugno 2024 è un giorno che Udine ricorda con tristezza: poco prima dell’alba, in un locale della centralissima via Pelliccerie, l’imprenditore giapponese Shimpei Tominaga venne colpito al volto da un pugno, morendo poco dopo in ospedale. Lo stesso giorno, ma attorno alle 20, un altro fatto di sangue sconvolse la città: un accoltellamento in Borgo stazione.

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Martedì 4 novembre il protagonista della vicenda, Miguel Angelucci, napoletano 26enne residente a Udine, è finito davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Udine, Carlotta Silva. Ad assisterlo c’era l’avvocato Emanuele Sergo. L’uomo è accusato di lesioni gravissime a danni di un venezuelano 50enne. Il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 3 anni, 7 mesi e 20 giorni. La sentenza è attesa per il 18 novembre. Nel frattempo l’imputato resta sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora a Udine con permanenza domiciliare notturna.

 

Stando alla ricostruzione della Procura di Udine, Angelucci quel 22 giugno di un anno fa ha affrontato il 50enne venezuelano con un coltello della lunghezza complessiva di 34 centimetri, colpendolo prima al braccio sinistro, poi alla schiena, infine, una volta caduto a terra, continuando a ferirlo. In tal modo ha causato all’uomo lesioni al braccio, al costato e al ginocchio giudicate guaribili non prima di 40 giorni. La Procura di Udine ha indicato come causa dell’accaduto «motivi futili come ritorsione per una precedente lite» avvenuta per ragioni sentimentali riguardanti una donna.

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Diversa la versione fornita dall’avvocato Sergo, secondo cui il suo cliente, dopo aver subito un pestaggio, per paura di essere nuovamente aggredito, si era convinto a girare con un coltello in tasca.

La sera del 22 giugno, uscendo dal bagno di un locale di via Roma, si è trovato davanti il 50enne venezuelano. Evidentemente tra i due c’era già della ruggine, scaturita subito in una colluttazione. Come ha messo in luce Sergo, la ferita più grave riportata dalla parte offesa, quella all’omero, come evidenziato pure dalle perizie dei consulenti di pm e della difesa, non è da considerarsi mortale e correlata all’arma da taglio: «È una ferita da urto, quindi frutto di evento accidentale e non voluto. Da qui la richiesta del minimo della pena», ha chiuso Sergo.

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