Giacon, una vita per il volo: dall’esercito all’aeroclub

Colonnello carrista brevettato pilota, era stato comandante della caserma De Carli. Congedatosi, si divideva tra la Comina e l’autoscuola Vecchies di cui era istruttore

PORDENONE. «In volo prendete come punto di riferimento la “caserma Giacon”». Per più di qualche neofita all’aeroclub in Comina quel “Giacon” era divenuto una sorta di tormentone, al punto tale da chiedersi chi mai fosse («Sarà un militare pluridecorato in guerra...»).

Roberto Giacon, 68 anni, originario di Resana in provincia di Treviso ma pordenonese d’adozione (viveva con la famiglia in via Monte Pelmo), era sì un militare, ma la guerra non l’aveva combattuta.

Congedatosi col grado di colonnello dell’Esercito una quindicina di anni fa, aveva trascorso parte della carriera con le stellette alla caserma De Carli di Cordenons, della quale era comandante. Un esperto della logistica, un ufficiale dalle grandi capacità come l’ha ricordato il collega e amico Alfredo Imbimbo, colonnello in congedo e presidente pordenonese dell’Anb, l’associazione che raggruppa i fanti piumati.

«Conoscevo bene Roberto, una persona speciale con la quale ho condiviso vari momenti nel corso della carriera militare» afferma, evidenziandone le doti umane prima che professionali. Un impegno riconosciuto nel 2002 con la nomina a Cavaliere al merito della Repubblica, su proposta della presidenza del consiglio.

«L’avevo incontrato per la prima volta nel 1976, subito dopo i drammatici momenti del terremoto, quando venimmo trasferiti come unità a Cordenons»: da quel momento le strade di Giacon e del tenente colonnello Luigino Boldrin, ufficiale in quiescenza nonchè presidente regionale dell’Associazione carristi in congedo, si erano incrociate. Entrambi alla De Carli, tutt’e due carristi, «anche se Roberto aveva nel cuore il volo, la sua grande passione».

Era stato brevettato pilota negli anni “ruggenti” della Cavalleria dell’aria: allora l’Esercito volava con i Piper e i Cessna, poco più grandi del Pioneer 200 in cui l’ex ufficiale ha trovato ieri la morte.

Chiusa la parentesi militare Giacon aveva coltivato la passione per il volo divenendo un punto di riferimento in seno all’Aeroclub Pordenone, una sorta di “padre” per i neofiti, dispensatore di consigli e suggerimenti. Soprattutto un prezioso aiuto per il gruppo di appassionati della Comina, sempre in prima linea nel dare una mano.

Ma non c’erano solo gli ultraleggeri. Giacon era molto conosciuto in provincia anche per l’attività di istruttore di scuola guida.

Lo ricorda commosso Carlo Brenelli, titolare dell’autoscuola Vecchies con sedi a Pordenone e Fiume Veneto: «Ci eravamo visti venerdì sera, dandoci appuntamento alla settimana entrante, a scuola. Era un prezioso collaboratore. Amava questo lavoro, ma il suo cuore era altrove, lassù tra le nuvole. Non passava momento che non parlasse dei suoi aerei. Una persona davvero unica. Ci mancherà».

Roberto Giacon lascia la moglie Marisa, le figlie Elisa, insegnante, e Michela, farmacista, i generi e due nipoti che adorava.

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