Generazione perduta, il lavoro a singhiozzo degli stagionali: "Dopo 3 anni senza busta paga, mi sono licenziato"

Mi chiamo Giovanni, il mio è un nome di fantasia.
Eccomi qua a scrivere la mia "avventura lavorativa" da quasi 30enne... Sono un ragazzo pordenonese, figlio di madre commerciante da generazioni, ora disoccupata e padre statale ora in pensione.
I LAVORI STAGIONALI
La mia vita lavorativa iniziò più o meno all'età di 15 anni quando d'estate, in inverno frequentavo il liceo, per racimolare la paghetta andai a lavorare nei campi a raccogliere piselli e patate, un lavoro come un altro, ma utile per guadagnarmi i soldi da poter spendere il fine settimana con gli amici e non pesare economicamente sulla mia famiglia.
Mi alzavo molto presto la mattina per non lavorare nelle ore più calde della giornata e finivo il mio lavoro al tramonto. L'estate successiva trovai lavoro presso un ristorante e così iniziò la mia carriera da banconiere, chiaramente vista la mia età e i costi che le aziende hanno per mantenere un dipendente (tutto questo in nero).
Le due estati successive le passai a far stagioni come banconiere in regola in località marittime friulane, accollandomi spese di vitto e alloggio e sottostando a regole ben precise: lavoravo 6 giorni su 7 per 12 ore al giorno ed ero retribuito per 8 ore.
DOPO IL LICEO E UN "INDETERMINATO A META'"
Dopo essermi diplomato, non volendo proseguire gli studi per mia scelta, mi sono iscritto ad un corso post diploma nell'ambito economico, ma, ancora prima di terminare la formazione che poi mi avrebbe inserito ad un tirocinio in quel settore, ho trovato impiego come banconiere per una sostituzione malattia.
Vista la mia passione per questo lavoro, cercai subito di far vedere le mie capacità e il mio interesse cercando di imparare giorno dopo giorno sempre qualcosa di nuovo. L'azienda per me era la mia seconda famiglia. Dopo circa 3 anni di contratto a chiamata, dove però lavoravo tutti i giorni lavorativi, passai a dei contratti part time a termine e finalmente poi ad un contratto indeterminato part time al 50%.
Negli ultimi anni del mio lavoro però non ricoprivo più solo la mansione di banconiere nelle ore serali, ma mi ritrovai ad organizzare eventi, gestire e formare il personale che lavorava il fine settimana e avere contatti con aziende, commercialista e rappresentanti come fossi il gestore. Ma il contratto e la retribuzione rimasero sempre invariati.
Per circa tre anni non ho ricevuto la busta paga perché i costi (tasse, contributi, etc) stavano sopprimendo l'azienda, la quale per me era diventata più di un lavoro, anzi la mia vita.
Ero disposto a fare sacrifici sperando che le cose si sistemassero, per poter far vivere il bar. I gestori erano la mia seconda famiglia, non ritengo siano loro la causa di questa situazione, ma questo sistema burocratico: più cerchi di lavorare e più i costi aumentano.
LE COSE CAMBIANO: DIMISSIONI PER UN FUTURO MIGLIORE
Nel frattempo, le mie esigenze lavorative e di vita sono cambiate, cercavo una sistemazione abitativa autonoma e nuove mete lavorative; all'interno di quella azienda avevo raggiunto il massimo di quello che potevo offrire, perciò sapendo che i miei obiettivi li avevo conquistati e non potevo più crescere professionalmente, ho deciso dopo una lunga riflessione di dare le dimissioni e rimettermi in gioco.
Ora mi ritrovo disoccupato, con un avanzo di circa 3 anni di stipendi, che spero mi rientrino come sta avvenendo anche se con molte difficoltà in quanto l'azienda non sta passando un bel momento e, semmai dovesse chiudere, quei soldi non li rivedrò mai più.
Ma sono soddisfatto della mia scelta, in quanto non mi sento sottomesso da questo circolo vizioso del " o fai così e accetti o perdi il lavoro": per il momento sto vivendo in un appartamento in condivisione. Lavoro saltuariamente per mantenermi (non per mia scelta, ma perché ancora non ho trovato quello che cerco e non mi do per vinto), ma sono sempre alla ricerca giorno dopo giorno di quel lavoro che mi soddisfi, senza dover cadere nel tranello del sistema "accontentarsi per vivere".
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