Gemona si popola: al Lab studenti da tutto il mondo

La direttrice De Marchi: fra i partecipanti un rifugiato siriano Alcuni fra gli 80 ragazzi sono ospiti delle famiglie locali
GEMONA. La loro presenza a Gemona ha portato una ventata di freschezza e di internazionalità. Sono gli studenti del Lab, giunti in Friuli da tutto il mondo per partecipare alla 57° edizione del Laboratorio internazionale della comunicazione che vede la presenza a Gemona di ben ottanta studenti interessati a studiare la lingua italiana nell’ambito di un corso estivo nel quale avranno la possibilità di confrontarsi con importanti personalità della cultura nazionale e internazionale.


Per Gemona, la loro presenza in questo periodo ormai è una dato acquisito, tanto è vero che se questi ospiti sono impegnati nei loro studi non c’è da sorprendersi a trovarli spesso nelle varie feste cittadine in centro o addirittura nel territorio circostante.


Alcuni di loro sono infatti ospiti dalle famiglie gemonesi e quindi hanno anche la possibilità di conoscere a fondo la vita locale.


Otto degli ottanta studenti vengono addirittura da famiglie friulane emigrate all’estero: si tratta di una esperienza che la direzione del Lab sta portando avanti da alcuni anni e quest’anno i ragazzi figli di friulani provengono in dettaglio da Brasile, Argentina, Canada e Stati Uniti.


«Contiamo – spiega la direttrice Emanuela De Marchi – una significativa presenza di giovani che arrivano da Cina e Iran. È con noi anche un giovane rifugiato siriano, la cui famiglia ha fatto richiesta di asilo a Torino. A seguire il suo processo di integrazione è la chiesa Valdese che, visti le competenze e gli interessi del giovane, ha individuato nell’esperienza del Lab di Gemona una significativa opportunità di formazione e inserimento». Gli studiosi saranno ogni giorno impegnati in un’attività formativa che prevede lezioni frontali, laboratori e botteghe per affrontare il tema 2017, ovvero “(S)Confinare” in tre ambiti: linguistico, letterario e artistico, politico-ambientale. A tal proposito, un esempio significativo della varietà culturale rappresentata da questi ragazzi è stata la lezione svoltasi nella mattinata di ieri, nel corso della quale gli studenti sono stati divisi in gruppi con il compito di raccogliere all’interno degli stessi una serie di termini che rimandino al concetto di “confine”, che in seguito sono state riportate alla lavagna. Ne è emerso un quadro davvero variopinto: dal Brasile chi lanciato la parola “diseguaglianza” , dalla Corea “religione”, dal Guatemala “insicurezza”, “sanzione” ed “embargo” dall’Iran.


Non è certo poco oggi poter apprezzare questa varietà culturale che anche quest’anno si è rinnovata nonostante i tempi di ristrettezze. Il prossimo importante appuntamento del Lab è in programma martedì quando alle 12 nel salone del municipio ci sarà la consegna del premio Gamajun International Award-Premio Bruno Demarchi 2016 a “Medici senza frontiere”, l’Onlus premio Nobel per la Pace, che dal 1978 porta l’assistenza medica dove c’è più bisogno.


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