Furto alla Mcz, inflitti 8 anni di carcere

FONTANAFREDDA. Si è chiuso con tre condanne, un patteggiamento in fase di indagine e una richiesta di messa in prova il processo per furto aggravato nei confronti dei cinque presunti autori del maxi colpo di stufe e caminetti alla Mcz spa di Fontanafredda.
Gianfranco Bellandi, 51 anni, imprenditore di Roncadelle di Brescia e Giordano Damiani, 57 anni, imprenditore di Montichiari, sono stati condannati dal giudice monocratico Patrizia Botteri a tre anni di reclusione e mille euro di multa; Augusto Zanatta, 55 anni, di Povegliano (Treviso) – imprenditore che avrebbe partecipato sia all’organizzazione sia all’esecuzione del maxi furto di stufe e caminetti nella notte tra il 22 e il 23 marzo 2013, all’interno del magazzino di Fontanafredda – è stato condannato a un anno e quattro mesi e 800 euro di multa.
L’imprenditore di Vittorio Veneto Walter Luccon (che si era recato nel deposito con la sua auto, a targa scoperta), 44 anni, ha chiesto di accedere al nuovo istituto della messa in prova e pertanto dovrà depositare un progetto entro il 7 maggio, quando il giudice omologherà la domanda.
Il quinto componente del gruppo, un 43enne di Sacile, all’epoca dei fatti magazziniere dell’azienda di Fontanafredda e ritenuto il “basista”, aveva già patteggiato un anno di reclusione in fase di indagine, con la sospensione condizionale.
L’indagine era stata portata a termine dai carabinieri del Norm di Sacile. Grazie a intercettazioni telefoniche, pedinamenti e appostamenti (anche per 72 ore di fila), videocamere, targhe di auto e una mole di dati incrociati, i militari avevano chiuso il cerchio in pochi mesi. Il colpo avvenne al buio, per un “imprevisto” blackout elettrico studiato per non destare sospetti.
Dal deposito di Fontanafredda, a bordo di tre tir, sparirono 291 stufe a pellet e camini per un valore complessivo di 250 mila euro, poi recuperate il 29 aprile nella zona industriale di Pastrengo, nel Veronese, all’interno del capannone della Alpha 1 sas.
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