Frico con polenta all’asilo Dagli esperti arriva un sì
MANIAGO. Il frico con la polenta servito ai bambini di appena 3 anni, nella scuola dell’infanzia dell’istituto comprensivo di Maniago, è finito nel mirino dei genitori, che, all’incontro organizzato dall’amministrazione Carli, per discutere delle problematiche del servizio di refezione scolastica, non hanno esitato a manifestare le loro perplessità. Ma se le famiglie hanno bocciato queste pietanze simbolo della regione, il frico con polenta è stato promosso a pieni voti dagli esperti. Pediatra, dietista e nutrizionista hanno fornito ampie rassicurazioni sul fatto che esso può essere somministrato tranquillamente ai più piccoli.
«Dopo i 3 anni i bambini possono mangiare un po’ di tutto, senza problemi – spiega la pediatra di famiglia Anna Concetta Foglia, che opera all’ospedale di Maniago –. È chiaro che il piatto non è tra i più leggeri, ma non ci sono problemi dal punto di vista dell’assunzione per i bimbi. Quando viene predisposto un menù, anche scolastico, bisogna tenere bene presente la frequenza con cui un piatto viene somministrato: in questo caso specifico, il frico con la polenta, se assunto una volta la settimana o più di rado, può andare bene. Inoltre, vanno considerati pure quantità e abbinamenti con le altre pietanze servite, ossia se il frico con polenta viene proposto come piatto unico o se prima di esso è prevista una pasta». Sulla stessa linea la dietista Giulia Lucchetta, che sottolinea come sia necessario valutare sempre bene quantità delle pietanze servite e abbinamenti. Lucchetta non si meraviglia del fatto che tra i piatti dell’asilo figuri il frico con polenta, anche perché «i menù scolastici, di solito, seguono linee-guida a livello regionale, pure dal punto di vista di quantità e grammature», e vengono poi approvati da un team di esperti. L’introduzione del piatto friulano nei menù delle mense scolastiche maniaghesi, quindi, non sarebbe poi così campata in aria.
A confermarlo è anche il nutrizionista della Maniago nuoto Patrizio Bianchi. «Concordo con quanto sostenuto da pediatra e dietista – afferma –. Non ci vedo nulla di male nel servire questo piatto, in quanto nessun alimento deve essere escluso all’interno di una dieta equilibrata. Ma bisogna tenere presenti aspetti molto importanti: in primis, la quantità deve essere a misura di chi la consuma, e qui stiamo parlando di bimbi molto piccoli, poi la frequenza del consumo del piatto, che in questo caso se è una tantum va bene, nonché la preparazione che deve essere il più possibile naturale, salutare e deve cercare di mantenere inalterate le caratteristiche nutritive degli alimenti. Infine, si deve valutare il contesto più ampio di tutta la dieta in cui va inserito il piatto».
Giulia Sacchi
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