Foto choc sul web, l’infermiera denunciata
È accusata di interferenze illecite nella vita privata. Immagini sequestrate e oscurata parte del profilo su Facebook
È stata denunciata per “interferenze illecite nella vita privata” Jennifer Millia, l’infermiera goriziana ventinovenne ritenuta responsabile dell’apparizione su Facebook di foto scattate nel reparto di terapia intensiva della Cardiochirurgia dell’ospedale di Udine, dove lei stessa lavora. Immagini nelle quali compaiono anche pazienti in condizioni critiche. La polizia ha sequestrato alcuni file fotografici che erano sul suo computer e ha oscurato la pagine di Facebook contenenti gli scatti “incriminati”. Intanto, gli investigatori stanno cercando di identificare anche la persona che avrebbe “tratto” dalla casella telematica dell’infermiera (visibile a 124 utenti autorizzati, suoi amici) le immagini, rilanciandole nella Rete. L’accusa di cui dovrà rispondere l’infermiera è prevista dall’articolo 615bis, secondo comma, del codice penale che punisce con la reclusione da 6 mesi a 4 anni chiunque, mediante qualsiasi mezzo, diffonde notizie o immagini indebitamente ottenute e riguardanti la vita privata altrui. Per la punibilità, normalmente, è richiesta la querela della persona offesa, ma si può procedere d’ufficio se il fatto è commesso da una persona incaricata di pubblico servizio, con violazione dei doveri inerenti la propria funzione. La Sezione anticrimine della Questura, trasmettendo questa notizia di reato alla Procura della Repubblica, ha concluso la prima serie di accertamenti cominciata proprio nel momento in cui si è diffusa la notizia, uscita giovedì mattina sulla stampa nazionale. In pochissimo tempo, anche grazie alla collaborazione della direzione del Santa Maria della Misericordia, gli investigatori sono riusciti a risalire alla persona titolare della casella di Facebook già finita nel mirino dell’Autorità garante per la privacy. Era, come si è detto ed è ormai noto dopo la notizia data ieri dal Messaggero Veneto, Jennifer Millia, 29 anni, originaria di Gorizia e da qualche tempo residente a Udine. La giovane è stata convocata dalla polizia e, oltre ad aver fornito la sua versione della vicenda, ha collaborato alle operazioni di oscuramento delle parti di Facebook con le immagini dei malati. Sono stati contattati e ascoltati dagli investigatori anche la caposala del reparto udinese di Cardiochirurgia, alcuni colleghi della giovane infermiera, quanti comparivano nelle fotografie finite su Internet e diversi medici. Si cerca di capire, ora, anche chi può aver scattato le fotografie in cui l’infermiera viene ritratta. Dunque l’indagine, coordinata dal Pm Barbara Loffredo, va avanti. Il magistrato, nei prossimi giorni, dovrà valutare i contorni della vicenda e la condotta dell’infermiera. Quest’ultima, convocata in direzione giovedì pomeriggio (attualmente è in ferie), aveva spiegato in lacrime: «Sono mortalmente dispiaciuta, pensavo che il mio album fosse privato e le foto visibili solo ai miei amici. Non volevo renderlo pubblico. Ho semplicemente raccolto foto, scattate in tempi diversi, per farne un album ricordo per dei colleghi che andavano in pensione. A mio giudizio i pazienti sullo sfondo non erano riconoscibili, perciò non ho sfumato le foto. Non volevo ledere l’immagine di nessuno. La paziente apparsa sulla prima pagina del Corriere della sera è mia collega e amica: la foto è stata scattata per festeggiarla dopo un’operazione che aveva subìto». Quanto alle conseguenze che si profilano sul piano professionale per l’infermiera, accanto ai provvedimenti che deciderà di adottare l’Ipasvi di Gorizia (di cui riferiamo a parte) è evidente che Jennifer Millia rischia una sospensione dal lavoro anche se i vertici dell’Azienda ospedaliero - universitaria udinese attenderanno prima l’esito dell’inchiesta in corso, che dovrebbe durare all’incirca una settimana. Dopodichè saranno ascoltate ufficialmente le giustificazioni della persona o delle persone responsabili e, a quel punto, la “pratica” passerà all’Ufficio personale per eventuali provvedimenti.
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