Fontanini: «Il teatro in marilenghe essenziale per la lingua e per la specialità»

Il sindaco di Udine respinge anche le critiche sul piano economico: la Regione si è impegnata a sostenerci come fa già con Trieste 

UDINE. Ci aveva già provato da presidente della Provincia con il progetto della “Farie teatrâl furlane” «che riuscì a produrre un’opera bellissima, ma fallì perché l’Ert non la inserì nel circuito regionale» e adesso, dopo averlo annunciato nel programma elettorale, il sindaco Pietro Fontanini è riuscito a “posare la prima pietra” del “Teatri stabil furlan”.

Un progetto ambizioso che è riuscito a riunire tutti i soggetti già impegnati nella promozione del friulano o del teatro (oltre al Comune e alla Fondazione teatro nuovo Giovanni da Udine, tra i soci fondatori troviamo l’Arlef, la Società filologica friulana, l’Istitut ladin pre Checo Placerean, il Css e l’accademia Nico Pepe) e che punta a valorizzare anche le tantissime compagnie amatoriali presenti sul territorio.

«Sono più di un centinaio di cui 54 aderenti all’Atf, Associazione teatrale friulana - precisa il sindaco - e alcune hanno fatto proposte molto interessanti, ma noi vogliamo fare un salto di qualità che grazie al teatro stabile sarà possibile. Mancava un centro di eccellenza in grado di fare emergere il meglio».

E quello sarà il compito del Teatro stabile friulano e del direttore artistico che tra gli obiettivi avrà quello di “esportare” gli spettacoli. «Perché non è vero che un’opera in friulano deve rimanere confinata all’interno dei territori dove si parla la marilenghe che comunque sono tanti se pensiamo che si va dalla Carnia a Gorizia fino a Pordenone.

Sicuramente cercheremo di proporre spettacoli anche all’estero magari sfruttando i fogolâr a cominciare dall’Europa, ma poi l’ambizione è quella di essere inseriti nel circuito nazionale perché se uno spettacolo è bello funziona (l’esempio citato dall’assessore alla Cultura, Fabrizio Cigolot è quello del Macbettu, una reinterpretazione del Macbeth recitato in sardo, ndr), dobbiamo essere ambiziosi e orgogliosi della nostra lingua».

Per il sindaco non solo il teatro è un ottimo veicolo di promozione della lingua, ma sulla difesa del friulano si gioca anche buona parte della Specialità del Fvg. «Non siamo più ai confini dell’Europa ma - sottolinea - abbiamo forse la minoranza linguistica più numerosa in Italia».

Anche per questo il sindaco si aspettava un sostegno unanime anche dalla minoranza che comunque si è astenuta con l’unica eccezione dell’ex assessore alla Cultura, Federico Pirone (mentre il gruppo di Prima Udine ha votato a favore).

«Dispiace per quel voto contrario perché da un uomo di cultura mi aspettavo una maggiore apertura nei confronti di un’espressione culturale tipica della nostra terra» sottolinea il primo cittadino che respinge al mittente anche le critiche al piano economico.

«È incredibile - dice - il Comune investirà solo 4.500 euro come tutti gli altri soci e per quest’anno abbiamo già avuto garanzie dalla Regione che ci sosterrà con un contributo di 150 mila euro che sarà stanziato con la variazione di bilancio, d’altra parte è stata una norma regionale che ci ha consentito di fare da capofila a questa iniziativa e mi stupisce che l’assessore regionale alla Cultura non ne sia al corrente».

A regime il Teatro stabile friulano (che punta al riconoscimento ministeriale entro il 2021) costerà 595 mila euro all’anno, una cifra ritenuta da molti esagerata, ma non dal sindaco che spiega: «Invece di essere contenti per un progetto che creerà anche posti di lavoro si critica senza sapere o facendo finta di non sapere che a Trieste oltre al Verdi, per il quale pochi anni fa sono stati stanziati 14 milioni, e al Rossetti c’è anche la Contrada che riceve 650 mila euro dalla Regione e produce spettacoli in dialetto triestino». —


 

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