Fondazione Friuli, busto ad Antonio Comelli

Scoperto ieri a Udine. D’Agostini: «Fu presidente della ricostruzione e primo alla guida di quest’ente»
Di Giulia Zanello

«La Fondazione Friuli ringrazia e non dimentica». Non dimentica soprattutto l’uomo che non solo viene ricordato come il «presidente della Ricostruzione», ma anche come fondatore e primo presidente della Fondazione – allora Crup – che oggi compie 25 anni.

L’avvocato Antonio Comelli è stato così ricordato ieri nella sede udinese di via Manin della Fondazione, durante la cerimonia in occasione dell’anniversario e dello scoprimento del busto in bronzo a lui dedicato e opera dell’artista Alberto Fiorin.

È stato il presidente della Fondazione – che da poco è diventata Friuli al posto di Crup, a sottolineare un ancora più radicato rapporto con il territorio e i valori che lo connotano – Lionello D’Agostini a tratteggiare un profilo del secondo presidente della Regione, dopo aver ripercorso la genesi e le tappe che hanno portato alla creazione delle fondazioni.

«In 25 anni cambiate molte cose – ha esordito il presidente –: queste realtà sono nate a seguito della privatizzazione delle banche pubbliche, con la legge Amato, che dettó la divisione in società per azioni bancarie operanti nell’ambito creditizio da un lato e dall’altro le fondazioni, detentrici originariamente dell’intero pacchetto azionario e alle quali rimaneva la parte filantropica». La Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone iniziò la sua avventura nel gennaio 1992, come erede dei Monti di Pietà e con i numerosi successivi passaggi la Cassa di Risparmio è oggi inglobata in Intesa San Paolo.

Tanti cambiamenti ma sempre una sola mission: rimanere vicina al popolo friulano, puntando sul sostegno al welfare e alla cultura, con uno sguardo sempre attento alle fragilità sociali.

«Attraverso il percorso di aggregazione in tre anni il nostro valore patrimoniale è triplicato a favore del territorio, che beneficia della redistribuzione di queste risorse, 350 milioni di euro, attraverso progetti, dai 700 ai 750 all’anno, orientati alla promozione della cultura e del sistema scolastico, quindi i giovani, e hanno visto un investimento fino a qui di oltre 157 milioni di euro, dieci dei quali per il volontariato – ha indicato il presidente –. Abbiamo voluto associare il ricordo di Comelli ai 25 anni di storia della Fondazione e ai 40 del terremoto perché la sua figura spicca come protagonista e ha trasmesso valori quali generosità, impegno, dedizione e rigore morale ancora vivi, in una realtà attaccata alle sue radici ma che guarda al futuro».

Fu proprio Comelli ad attivarsi in una fase di trasformazione del sistema bancario, «per conservare il ruolo tradizionale della Crup, mirando allo sviluppo del Friuli e mantenendo fermo il proposito di salvaguardare un’identità motivata», per il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop.

Protagonista anche nella costruzione dell’Università del Friuli, in una lungimirante visone di crescita e sviluppo economico, come ha sottolineato il rettore dell’ateneo friulano Alberto Felice De Toni, accanto al presidente dell’Associazione di fondazioni e casse di risparmio Giuseppe Guzzetti.

Un uomo, sono state le parole del vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello, presente con l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, «che ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità diretta della gestione del processo di ricostruzione, affidandosi ai sindaci: a lui dobbiamo riconoscere l’intelligenza di aver coniugato la ricostruzione fisica di un territorio alla sua ricostituzione morale e sociale».

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