Flavescenza dorata nel Collio Chiesto l’aiuto della Regione

L’incremento della malattia della vite preoccupa i produttori cormonesi L’assessore Drius: «Serve intervenire in tempi rapidi sui vigneti abbandonati»



Preoccupano in tutto il Collio i Giallumi della vite, malattia causata dalla flavescenza dorata, uno dei principali virus capaci di devastare un vigneto. La patologia è stata rilevata su diverse zone del territorio collinare e inizia ad essere un problema non di poco conto per gli operatori del settore, che chiedono aiuto alla Regione.

La flavescenza dorata, nome che deriva dalla colorazione gialla che assumono le foglie, i tralci e i grappoli di vitigni a bacca bianca una volta colpiti dalla patologia, è una delle malattie più pericolose per la vite. Proprio per questo sono in azione da qualche tempo i tecnici del Consorzio Collio che hanno rilevato un aumento dei sintomi nel territorio di Cormons e dintorni. Le istituzioni si sono subito mobilitate: «Dai monitoraggi degli esperti del Consorzio - sottolinea l’assessore all’agricoltura cormonese, viticoltore di professione, Mauro Drius - si è visto un sensibile incremento di questa sintomatologia nelle piante presenti nella nostra zona. Si tratta di un virus potenzialmente devastante: attacca principalmente vigneti incolti ma se questi si trovano nelle vicinanze di altri perfettamente sani e attivi, il rischio è che la malattia si trasmetta tra piante limitrofe con conseguenze importanti per coltivazioni intere. Sono già state segnalate al servizio fitosanitario regionale le piante sulle quali sono stati rilevati i sintomi della malattia».

Il Comune cormonese si fa quindi portavoce delle istanze degli operatori del settore: «Chiediamo l’intervento degli uffici regionali per intervenire sui vigneti in stato di abbandono - continua l’assessore Drius - e che possono essere fonte di contaminazioni per quelli vicini. È fondamentale agire nei tempi più rapidi possibili».

Cormons è da tempo in prima linea anche da un punto di vista tecnico sul fronte della lotta agli agenti parassitari della vite. Nei mesi scorsi il Comune aveva anche organizzato delle conferenze su questi temi, mentre un giovane agrario cormonese, il 28enne Giovanni Mian, aveva messo a punto alcuni mesi fa un’idea capace di rivoluzionare nel rispetto dell’ambiente la battaglia contro il parassita Plasmopara. Mian grazie a questo progetto ha vinto una borsa di studio ad un concorso del Centro per la Ricerca in viticoltura di Conegliano.

L’idea di Mian mette in comunicazione in tempo reale particolari sensori disposti in una vigna ed un software appositamente studiato per valutare la probabilità di sviluppo della Plasmopara viticola, parassita agente della cosiddetta Peronospora della vite. È in pratica un sistema per la ricezione dei dati meteorologici da inviare a un software che in tempo reale fornisce precise indicazioni agli agricoltori sulla presenza o meno della Plasmopara, evitando così inutili trattamenti chimici. —



Riproduzione riservata © Messaggero Veneto