Fino a domani siamo in zona gialla, domenica il Friuli Venezia Giulia diventa area arancione: ecco cosa dice l'Iss

L'ordinanza del ministro entra in vigore domenica e durerà minimo due settimane come da Dpcm

UDINE. Due Regioni in zona rossa, ossia Lombardia e Provincia autonoma di Bolzano, e altre 13 in zona arancione: Abruzzo, Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto.

È questo il quadro che dovrebbe emergere entro il fine settimana, ferme restando le richieste delle Regioni (la Sicilia ad esempio ha chiesto di diventare «rossa»), alla luce della bozza del report di monitoraggio settimanale di ministero della Salute e Iss. L'ordinanza del ministro entra in vigore domenica e durerà minimo due settimane come da Dpcm

Il nuovo Dpcm infatti prevede che finiscano in arancione le Regioni con Rt sopra 1 (nel suo valore minimo) o anche quelle con Rt sotto 1, ma con classificazione complessiva di rischio alta.

In questi parametri rientrano appunto 12 Regioni. Mentre si entra in zona rossa con un Rt sopra 1,25 (sempre considerando il valore inferiore della «forchetta»), quindi Lombardia (Rt medio 1,4, valore inferiore 1,38) e Provincia di Bolzano (Rt medio 1,5, valore minimo 1,4) sembrano destinate alle misure più stringenti.

L'INDICE RT

Con un indice di trasmissibilità nazionale Rt che continua a crescere da una settimana all'altra arrivando a 1.09 confermando l'aumento per la quinta settimana di seguito, l'Italia vede peggiorare ulteriormente a curva del contagio.

È quanto emerge dalla bozza del monitoraggio della Cabina di regia ministero della Salute-Istituto superiore di Sanità relativa al periodo 4-10 gennaio. In cui si legge che "si conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente".

In 12 Regioni si registra secondo l' Iss allerta per le terapie intensive, mentre nel complesso undici Regioni sono a rischio alto e dieci a rischio moderato (ma quattro rischiano di passare in fascia «alta»), nessuna a rischio basso perciò al momento resterebbe solo teorica l'ipotesi di attivare per qualche territorio l'area «bianca» introdotta dall'ultimo Dpcm appena firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e in cui le limitazioni saranno relative soltanto al distanziamento e all'obbligo di mascherina.

IN FVG INDICE A 0.94

Questo l’elenco dell’indice Rt nelle regioni italiane: Abruzzo, 1.18; Basilicata, 1.14; Calabria, 1.05; Campania, 0.99; Emilia Romagna, 1.15; Friuli Venezia Giulia, 0.94; Lazio, 1.1; Liguria, 1.15; Lombardia, 1.4; Marche, 0.97; Molise, 0.7; Piemonte, 1.14; Provincia autonoma Bolzano, 1.5; Provincia autonoma Trento, 1.01; Puglia, 1.18; Sardegna, 0.99; Sicilia, 1.19; Toscana, 1.01; Umbria, 1.29; Valle d’Aosta, 1.19; Veneto, 0.96.

RISCHIO ALTO

Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), Provincia autonoma di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77).

E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Così nella bozza del monitoraggio settimanale ministero della Salute- Iss. «Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità - si legge - quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate».

In sostanza, undici Regioni riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso. Anche l’Umbria ha un Rt medio a 1,29, ma il valore inferiore è 1,21: per un soffio potrebbe evitare il rosso e finire in arancione.

MANTENERE UNA DRASTICA RIDUZIONE DEI CONTATTI

Il report settimanale di monitoraggio ricorda «la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».

Inoltre «è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine».

Si ribadisce anche «la necessità di rispettare le misure raccomandate dalle autorità sanitarie, compresi i provvedimenti quarantenari dei contatti stretti dei casi accertati e di isolamento dei casi stessi».

L'epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale.

TERAPIE INTENSIVE

Sono 12 le Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e nelle aree mediche sopra la soglia critica (contro le 13 della settimana precedente), mentre il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale continua a essere sopra la soglia critica (30%).

Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in lieve aumento da 2.579 (al 4 gennaio) a 2.636 (il 12 gennaio); il numero di persone ricoverate in aree mediche aumenta anche lievemente, passando da 23.317 (il 4) a 23.712 (il 12).

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