Festival Pordenone musica: Toffolo appoggia Anzovino

PORDENONE. A poche ore dall’idea di Pordenonemusica, rilanciata da Remo Anzovino nell’intervista doppia col fratello Marco uscita ieri sulle pagine di questo giornale e sul sito www.messaggeroveneto.it, il sogno di realizzare a Pordenone un festival della musica che coinvolga tutta la città ha già raccolto un’altra voce entusiasta (e che voce), quella di Davide Toffolo, in questi giorni a Roma per le prove del suo nuovo musical “Cinque allegri ragazzi morti – il musical Lo-Fi”.
«Si scrive proprio così, Lo-Fi – ha voluto precisare -, un po’ come il contrario di hi-fi e, guardi, questa idea di fare un festival di musica a Pordenone, oltre a essere una cosa bella, mi lasci dire che per la città sarebbe davvero una cosa giusta».
In che senso?
«Perché Pordenone meriterebbe sul serio un evento che renda giustizia della forte identità musicale che questa città ha sempre avuto. Un’identità che è cresciuta moltissimo, nonostante le inspiegabili resistenze. E non mi riferisco solo ai musicisti, penso anche agli studi di registrazione, alle agenzie musicali e ai distributori, alle etichette, come la nostra, per esempio, La Tempesta, che pubblica artisti in tutta Italia. Insomma c’è un fermento da sempre, a vari livelli, che anziché trovare appoggi e spazi ha sempre trovato resistenze e difficoltà. Nonostante le grandi opportunità che la musica potrebbe offrire, sembra che a Pordenone la musica sia stata bandita».
Detta così è un po’ generica, precisi meglio.
«A Pordenone non ci si rende conto che la nostra città è vista come un posto dove la musica riesce ancora a raccontare, c’è un fermento che è sotto gli occhi di tutti. Però guardi un po’ me, io ho dovuto andarmene. Sembra che la musica faccia paura, che la musica sia qualcosa di chiassoso, ma non è assolutamente vero».
Beh, qualche lamentela c’è stata.
«Ma chi l’ha detto che un festival di musica si debba fare solo di sera tardi, o solo in centro città. Pordenone offre moltissimi posti che potrebbero accogliere eventi musicali senza dare “fastidio”, penso agli angoli meno frequentati, alle piazze meno centrali, alle rive del Noncello, guardi che davvero potrebbe essere la rinascita della città. Come hanno fatto a Torino, per esempio, o nel paesino di Novoli, in provincia di Lecce. Da pochi anni si sono inventati un festival per la Fòcara, sarebbero i nostri pan e vin per intenderci. Tra pochi giorni ci saranno i gruppi musicali da tutto il mondo e oltre 60mila persone in tre giorni, sa cosa vuol dire? Oppure il festival che fanno a Barolo, con ospiti come Elton John, Bob Dylan, Patty Smith. O guardi al successo di Berchidda, sono piccoli centri che hanno saputo valorizzare la propria identità. E perché non dovremmo farlo anche noi?».
Sarà una questioni di fondi, c’è la crisi...
«La crisi è una scusa, mi creda. Quello che manca è un progetto per la città, è una crisi di idee, alimentata da una politica che ha sempre considerato la musica come un problema, mentre è una risorsa, in termini di emozioni e di economia».
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