Festa della Catalogna, l’Udinese fa gli auguri a Deulofeu ma la bandiera pubblicata sui social non è quella giusta

In Spagna evidenziano l’autogol del club bianconero che rimuove subito il post, l’attaccante fa da testimonial ma il vessillo era quello degli indipendentisti

Simone Narduzzi
Il post “sbagliato” pubblicato sui social e prontamente rimosso dal club bianconero e, a destra, l'attaccante Gerard Deulofeu in azione
Il post “sbagliato” pubblicato sui social e prontamente rimosso dal club bianconero e, a destra, l'attaccante Gerard Deulofeu in azione

UDINE. Quando un post scappa e una lodevole iniziativa rischia di trasformarsi in un mini “caso” diplomatico. È quanto accaduto sui profili social dell’Udinese, canali sempre solleciti nel valorizzare l’identità multietnica della rosa ora in mano a mister Sottil. Il club friulano, però, giovedì 8 settembre è stato colto in fallo sulla sempre delicata questioneo.

Con l’approssimarsi della Festa della Catalogna dell’11 settembre, infatti, una grafica recante il volto del suo portavoce interno, Gerard Deulofeu, è comparsa su feed e bacheche della società bianconera. Nulla di strano: la stessa scelta era ad esempio stata adottata, poche ore prima, in occasione del Giorno dell'indipendenza del Brasile, le “testine” di Becao e Walace in rilievo, la bandiera auriverde a fare da sfondo.

Ecco, proprio il ricorso a una bandiera nei festeggiamenti a tema Catalunya è stato tuttavia il motivo per cui alcuni media spagnoli si son visti costretti a posare gli occhi sull’attività social del club friulano. Il motivo? Deulofeu non appariva associato alla senyera, la bandiera ufficiale della Catalogna, bensì, alla estelada, il vessillo utilizzato da cittadini e movimenti indipendentisti della medesima comunità autonoma.

Insomma, pensate a uno scambio fra bandiera del Friuli e drappo regionale il 3 aprile, giorno della Patria del Friuli. Aggiungete un conflitto istituzionale causato dal secolare indipendentismo catalano ed è fatta. La frittata, beninteso.

Neanche il tempo di cancellare sui social il misfatto, allora, che il passo falso veniva già ripubblicato oltre i nostri confini. Alla base delle veniali – va detto – proteste sul suolo iberico, la visione dello stesso giocatore in relazione alle sue origini, al suo senso di appartenenza. «Mi sento sia spagnolo, sia catalano», aveva detto l’attaccante di Riudarenes, nel 2020, in un’intervista a “Marca” scongiurando così possibili accuse di attivismo in patria. Nel suo curriculum, a tal proposito, figurano apparizioni con entrambe le selezioni.

Ex capitano dell’Under 21 spagnola, da Furia Rossa il giocatore ha raccolto, nel 2011 e 2012, due coppe europee Under 19. Quattro i cartellini timbrati con la Nazionale maggiore iberica, di cui uno, contro il Lichtenstein, nelle qualificazioni ai Mondiali del 2018. Contro la Francia, in amichevole, per lui pure un gol: niente da sbandierare, certo. Sia mai che poi ci scappi qualche gaffe.

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